lunedì 31 ottobre 2011

Rise Again

La vibrazione si ferma a mezz'aria, molli la presa.
-perchè ti sei fermato?-
ti accasci sul divano, mi guardi e mi accarezzi
-perchè hai un'espressione terrorizzata.-
il lavandino goccia in cucina, scandisce il tempo dei nostri sguardi e dei miei respiri.
-quindi?-
-quindi mi sono fermato-
-ma perchè?!-
ti guardi intorno poco convinto, farfugli qualcosa, ti metti le mani fra i capelli
-perchè ero troppo eccitato, rischiavo di perdere il controllo, rischiavo di fare qualcosa per la quale tu avresti davvero dovuto temere per qualcosa-
-ma io mi fido di te-
sorridi
-io non mi fido di me stesso-
sorrido io e ti spiazzo
-ma io è proprio su quello che faccio affidamento, io voglio che tu perda il controllo-
- non hai idea di quello che stai dicendo-
è una sfida all'ultimo rilancio
-no, tu non hai idea di quello che realmente voglio, non hai ancora capito cosa realmente mi piace-
ecco ora sei perplesso, continuo, ti spiego
-io voglio avere paura, io amo pensare che tu possa realmente ferirmi
-ma che cazzo dici?!-
mi avvicino a carponi verso di te, appoggio la testa sulle tue ginocchia, ti accarezzo le gambe e tu infili le dita fra i miei capelli.
sussurro qualcosa
-eh?-
sussurro di nuovo
-parla più forte, non capisco-

allora alzo la testa, mi allungo verso di te, ho sempre le tue dita fra i capelli
questa volta sussurro nel tuo orecchio

-la verità è che amo pensare che probabilmente potrei non uscirne viva...-

mi fissi negli occhi, serri le labbra, respiri affannosamente e riesco e vedere l'attimo esatto in cui ti si dilatano le pupille.

Finalmente le dita che prima mi accarezzavano i capelli ora  cominciano a stringere.







lunedì 25 luglio 2011

Contrasti

Oggi ho un disperato bisogno di te.
Mi faccio schifo e ho bisogno di te, di qualcuno con cui essere disgustosa, di qualcuno a cui dare il mio peggio.
E non perchè sono in pieno premestruo, ma perchè ultimamente il mio essere pessima è stato messo da parte.
Da parte perchè mi sono presa una cotta e ho fatto l'impossibile per dare il meglio di me, ma ora sono stanca.
Ho bisogno di tirare fuori il peggio di me, Raffaella non trattiene più Principazza.

sabato 2 luglio 2011

Merci Mon Maitre

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E finalmente sono stata distrutta, completamente annientata.

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mercoledì 22 giugno 2011

Mandorle

-Assurdo come abbiamo deciso di vivere insieme io e te, neanche ci conosciamo -

Sorrido, mentre ti ascolto apro il frigo: desolazione totale, una settimana intera passata in casa a fare l'amore dormire e ancora a fare l'amore, chi ci pensava a riempire il frigo?
Unico superstite un cartone di latte di mandorle, pieno a metà.
Circa.

Svito il tappo, che fa quel rumore di alette che mi piace e ti rispondo

- probabilmente se ci fossimo conosciuti prima, avremmo deciso di non provarci e ci saremmo persi questa settimana appena passata, sii grato quindi del fatto che non ci conosciamo!-

Appari poco convinto e ti giri per fare il caffè, blaterando della nostra incoscienza, innervosendomi un pò.

Sorridendo comunque  mi scolo quel poco di latte rimasto , ti tiro addosso il cartone vuoto, con delicatezza e decisione, il tanto da farti rivoltare.

Mi guardi stupito e divertito

- E bada che sei fortunato-  ti dico -pensa che quando mi innervosisco tiro tutto quello che ho a portata di mano, occhio a non farmi innervosire mentre affetto la verdura..-

Ridi, ti avvicini e puntandomi un dito sulla punta del naso mi riprendi
- Guarda che con me bisogna avere atteggiamenti carini eh, a me piacciono le ragazze dolci, educate e moderate...-

-caspita, più dolci di me?-  ti bacio - senti? i miei baci profumano di mandorle!-

Ti mordi il labbro inferiore e sorridendo mi scanzi via

-Si!-
  mi dici  voltandoti verso di me
 -come il cianuro!-

...

"...quelle prime notti ti ascoltavo respirare e mi commuovevo del battito del tuo cuore, eri vivo fra le mie braccia..." 

martedì 21 giugno 2011

FATTORE "EX"

Stanotte non avevo pace, avevo tantissimi pensieri per la testa.
Volevo creare, volevo disfare fino a che, alle 3 di notte, mi arriva un messaggino:


-  Auguri... trovo assurdo come dopo tutto questo tempo che non ci vediamo, il pensiero di te mi faccia ancora girare la testa...-


Non avevo il nome registrato sul cell, ma sapevo benissimo chi era, il mio primo amore, quello vero, quello che ancora adesso mi fa soffrire nonostante siano passati 10 anni.
Il perchè degli auguri non voglio dirlo, ma posso dirvi che in un attimo pensando a lui la mia mente si è resettata e ho pensato a come eravamo noi, a come nonostante dieci anni di distanza e diverse storie avute da entrambi ancora non ci siamo lasciati.
E a come l'ho odiato quando ci siamo lasciati, ecco la poesia qui sotto l'ho scritta pochi mesi dopo la nostra separazione.


FATTORE "EX"


immagino
che immagini
di avere fra le dita ancora il mio odore

immagino
che immagini
di avere nella gola ancora il mio fiato

che il mio sapore
intorpidisce ancora la tua lingua

immagino
che immagini
ancora i miei occhi a indovinarti le voglie


l'abbraccio effimero dei miei sensi
scuote ancora le tue notti vergini

immagino
che cerchi ancora invano
di ricordare i miei lineamenti

immagino
che cerchi ancora invano
di espellere il mio corpo dal tuo

ma i miei sensi
simbiotici al tuo organismo
quelli

non li puoi rimuovere

e ancora
la notte

immagino
che immagini
a dita nude

il disegno del mio corpo
accanto al tuo





C'è chi dice che il vero amore si incontra una volta nella vita, ma chi dice che debba durare per sempre?





domenica 19 giugno 2011

Dichiarazione d'amore e intenzioni

-...and every single door, that Ive walked through
brings me back here again...-
                                                        -The chamber of 32 doors-
                                                                                           Genesis

Sono tornata a te strisciando come la peggiore delle vipere mon maitre, ho sbavato dalla bocca dalla figa fino al momento in cui non mi hai riaccolta sotto le tue grinfie.
Io sono pazza di te.
E ora ancora cammino verso di te lasciando alle mie spalle una scia di umori e bava come monito, non ho intenzione di avere più alcun pudore.
Sto scrivendo questo post di oggi con le dita ancora sporche di orgasmo, ogni tanto me le lecco con lo stesso animo con cui ci si lecca le ferite, con rassegnazione e abbandono, sono ancora tua vittima e voglio continuare a esserlo,  mi piace, infilo le dita fino in gola e lentamente le tolgo scavandomi nelle guance, sul palato fino a graffiarmi la lingua.
Si, l'ho fatto mon maitre, e ora merito di essere punita.
Come mi hai punita venerdì.
Venerdì ti ho sentito sai,
L'ho sentito, ho sentito con che mano severa mi frustavi, ma sopratutto, ho sentito come mi scopavi.
Hai capito che ogni tanto per raggiungere il mio cervello devi passare dalla figa, e lo hai fatto fisicamente.
A ogni colpo che ricevevo corrispondeva una scarica elettrica dritta ai miei neuroni.
Farò tutto ciò che è in mio potere per essere sempre trattata come la più lurida delle troie.
Io ho scelto la gabbia, il resto sta a te.

Questa è una dichiarazione di amore e di intenzioni mon maitre!
Cattive intenzioni!

giovedì 16 giugno 2011

Le mani di una bambina

Le suore quell'estate ci portarono un mese in montagna, a Montalto in provincia di Ascoli Piceno, io avevo 6 anni, una fervida immaginazione e il vizio di volermi perdere ovunque.
Mi piaceva perdermi e mi piace tutt'ora.
Quindi arrivate alla colonia estiva delle salesiane, neanche il tempo di sistemare le mie cose nel dormitorio che gia mi aggiravo per lo stabile curiosa e senza freni.
Era e è tutt'ora, una villa del 700, immensa, ricordo ancora la sensazione che ho avuto la prima volta che ho appoggiato la mano al corrimano in marmo delle scale, era all'altezza precisa delle mie spalle, scesi piano piano sentendo il marmo freddo scivolare sotto il palmo e guardando la mia mano che non riusciva a racchiuderne tutto lo spessore, arrivata in fondo alle scale guardai in alto a bocca aperta, non riuscivo a credere quanto grande fosse quell'androne delle scale.
Le suore giravano come formichine in tutta la villa, eravamo circa 50 bambine e fra cucina dormitori refettori e lavanderie  appena arrivate avevano il loro da fare, ma notavo che comunque ero sempre sotto il loro sguardo, non mi perdevano di vista un attimo, questo mi rassicurava da una parte e mi spingeva a osare di più dall'altra.
All'esterno della villa, dietro la cucina c'era una terrazza che si estendeva a perdita d'occhio, piena di lenzuola bianche stese era una giornata di sole pazzesca e il riverbero del bianco mi infastidiva, e allora socchiusi gli occhi e cominciai a correrci in mezzo a braccia aperte sfiorando con la punta delle  dita le lenzuola ancora umide solo il giusto per sentirne il fresco e la ruvidità poi ci appoggiai la fronte per rinfrescarmi e a pieno naso insiprai quell'odore di sapone di marsiglia che mi resi conto poi, col vento a favore, che riusciva a arrivare diretto nei corridoi e nei dormitori, quel profumo è ancora un ricordo lucidissimo di quell'estate.
A sinistra della terrazza c'era la scala che portava al campo d'erba dove avremmo svolto le varie attività ludiche.
La scala era costeggiata da dei fiori, le bocche di leone!
Che erano bocche di leone me lo disse una suora più avanti, ma mentre scendevo le scale li osservavo e sfioravo.
Erano color rosa e avevano una specie di panciotto giallo che usciva fuori come una lingua, con un dito lo toccai e mi sporcai di giallo, era una polverina morbidissima, sembrava borotalco, ne colsi un paio e me li misi nelle tasche dei pantaloncini, avevo le mani sporche di quel borotalco giallo,quando ad un tratto mi resi conto che un codino mi si stava allentando e quasi come riflesso incondizionato misi le mani fra i capelli per stringere l'elastico, solo un attimo dopo realizzai che probabilmente mi stavo impiastrando tutta la testa e , infatti mi fermai, non sapevo cosa fare, poi pensai che tanto il danno era fatto feci spallucce e continuai a stringermi il codino disubbidiente.
Il mio giro continuò per tutto il perimetro della casa, finchè non tornai al punto di partenza e mi riunii alle altre bimbe.
Suor Luigia mi venne incontro sorridendo mi scosse i riccioli impiastrati di giallo, mi chiese come fosse andato il giro di perlustrazione e se ero pronta per pranzare, annuendo le presi la mano e ci dirigemmo verso il refettorio con tutte le altre.
Suor Luigia era altissima, dovevo piegare tutta la testa indietro se volevo guardarla in viso mentre camminavamo, aveva gli occhi grigi e un ciuffo di capelli neri che gli usciva dal velo, credo che al tempo avesse avuto gia una cinquantina di anni, mi chiedevo al tempo e ancora adesso, come una donna così bella avesse potuto prendere la decisione di farsi suora, però allo stesso tempo ne ero felice, Suor Luigia era davvero forte, prendeva in giro insieme a me le altre suore poi  se non mi andava il passato di verdure non me lo dava e bastava solo quest'ultima cosa a renderla un mito ai miei occhi di bambina capricciosa.
Un giorno proprio lei prese in disparte noi piccole (5-8 anni) e ci disse di prepararci che nel pomeriggio saremmo andate in un posto magico misterioso a cercare dei tesori.
Delirio!
Salimmo sul pulmino tutte eccitate e dopo un pò arrivammo al posto misterioso, in cima a una collinetta e in mezzo a una specie di boschetto dove nel mezzo c'era una chiesetta.
-Io sono gia tre anni che vengo qui-   
mi disse Moira una bimba di otto anni  - quella è una chiesa stregata!- continuò
Io non riuscivo a collegare come poteva essere stregata  una chiesa dove dentro c'era Gesù, per me di stregato poteva esserci una casa, non una chiesa!
Tentai di avvicinarmi all'ingresso, ma era chiuso con catene grosse e pesanti, pensai che fosse era stregata davvero e cominciai a scuoterle ma erano legate bene, feci un giro intorno, ma le finestre erano troppo alte e continuai a cercare un buco nei muri  finchè Suor Luigia e Suor Caterina non vennero a prendermi per portarmi dove erano le altre.
Ci misero tutte in cerchio e ci dissero che avremmo fatto una caccia al tesoro, ci divisero in tre gruppi amalgamati in modo che almeno una di noi sapesse leggere e ci diedero una mappa.
Non ricordo cosa e dove dovessimo cercare, ma ricordo che nella ricerca, a terra spesso si trovavano come delle chioccioline di mare, delle conchiglie perlate di varie sfumature andavano dal lilla al blu, ricordo che ne raccolsi a decine, erano piccole come un unghia e quel boschetto ne era pieno.
Alla fine della caccia, il mio gruppo perse disastrosamente perchè la bambina che avrebbe dovuto saper leggere faceva ancora  fatica a leggere il corsivo e le mappe erano tutte scritte a mano dalle suore, fraintendeva la p con la b, un disastro insomma, ma a me non importava perchè io avevo il mio tesoro che portai con orgoglio a Suor Luigia chiedendole come potevano delle conchiglie trovarsi in montagna, lei mi guardò sempre sorridente e mi disse 
-te l'ho detto che vi avrei portate in un luogo magico e misterioso!-
Sorrisi felice e nascosi nel marsupio il mio tesoro.

...

Tre anni fa, tornai a Montalto con il mio ex, abitavamo a Pesaro e spesso andavamo in giro in moto per le marche a passare il week end e  una volta gli chiesi se gli sarebbe andato di farmi fare un tuffo nel passato e portarmi alla colonia delle salesiane.
Quando arrivammo  la suora che ci aprii era un pò scettica nel farci entrare perchè oramai quella non era più una colonia ma solo un luogo di ritiro per suore in là con l'età, le dissi che saremmo stati poco e ci fece entrare.
Subito mi diressi all'esterno, sulla terrazza che 20 anni fa mi sembrava interminabile e la sensazione fu stranissima, tutto era esattamente come mi ricordavo, ma più piccolo, mi diressi alla ringhiera che una volta mi obbligava a mettermi in punta di piedi per poter vedere oltre, in quel momento invece dovevo fare addirittura attenzione a non sporgermi troppo per non cadere.
C'erano ancora i fili di ferro per stendere in buona parte della terrazza, ma erano così arrugginiti, sicuramente erano anni che non veniva steso nulla, sentii un nodo in gola.
A sinistra trovammo la scala che portava al prato, ma a metà di essa era stato posto un cancello con un chiavistello e non vi era più traccia delle bocche di leone, solo erba gramigna e soffioni che perdevano pelucchi nell'aria, altro nodo in gola.
Nel tornare indietro parlando con la suorina che ci aveva aperto poi scoprii che quella che credevamo una chiesa stregata altro non era che una chiesina sconsacrata che veniva usata come magazzino per conservare sedie e tavoli di plastica che servivano una volta all'anno per la festa del paese, ma quando le parlai delle conchiglie sparse per il boschetto non seppe darmi risposta.
Dall'esterno salimmo al secondo piano dove una volta c'erano i nostri domitori, i corridoi non erano più così lunghi e le finestre non erano più così grandi, sorridendo mi affacciai a una di esse, caspita, tutta un'altra prospettiva!
Chiacchierando sempre con la nostra accompagnatrice chiesi se per caso conoscesse Suor Luigia e se potesse mettermi in contatto con lei, mi disse che era li da relativamente poco e le spiaceva ma non poteva essermi di aiuto.
Tornammo all'ingresso, ma per scendere usammo lo scalone principale.
Mi fermai un attimo.
Il corrimano che una volta mi arrivava alle spalle ora era all'altezza giusta del bacino, e mentre scendevo ripercorrevo con la mente la prima volta che lo feci 20 anni prima, il marmo scorreva ancora freddo e liscio sotto il mio palmo e con mia grande sorpresa notai che una cosa da 20 anni a questa parte non era cambiata, la mia mano ancora non riusciva a afferrarlo in tutto il suo spessore.

Sorrisi guardando le mie mani ferme a 20 anni prima.

Guardai un attimo il mio ex che ricambiò il mio sorriso, strinsi un labbro fra i denti, lui mi strinse a se e fra le sue braccia mi sciolsi in lacrime.

Lacrime che a sei anni mai avrei immaginato di versare.




P.S. lo so che avete fermato la musica, ora vi consiglio invece di ascoltare tutto il brano a occhi chiusi e a pensare a una bambina coi riccioli sporchi di borotalco giallo che corre fra lenzuola appena stese...