sabato 30 aprile 2011

No more Vanilla please!

Da Wikipedia:
"I normali rapporti di coppia sono chiamati, con un termine anglosassone, vanilla (vaniglia*, appunto), a significare la minore intensità erotica rispetto ai rapporti BDSM." 
*vaniglia per intendere un sapore blando,senza nulla di particolare

Sono poche le persone a cui ho detto che pratico BDSM e tutte hanno reagito più o meno allo stesso modo:
"se ti piace prenderle, fai bene"
Ora, premetto di essere stata fortunata del fatto che queste persone non abbiano reagito buttandomi addosso acqua santa recitando dei "pater noster", ma è vero anche che non hanno capito.
Cercherò qui, quindi, di dare alcune delucidazioni:
La mia non è una scelta, ma una condizione primordiale;io sono una schiava.
La schiava non è solo chi prende frustate e sculacciate, una schiava è un corpo e un anima.
Un corpo di cui il suo padrone può disporre come meglio crede e un anima che sempre lui  deve essere capace di conquistare per accedere al corpo e essere un corpo inerme nelle mani di qualcuno, non è una cosa facile, ci vuole empatia complicità e immensa fiducia.
Solo qualcuno di veramente forte e determinato può prendersi una tale responsabilità.
Io quel qualcuno l'ho trovato, ci ho messo 10 anni ma l'ho trovato, ho lasciato entrare un Diavolo Intrepido a curiosare nella mia testa per stanare tutte le mie insicurezze e frustrazioni  e affrontarle insieme.
Quindi,ribadisco ancora che a me non piace prenderle e, come dissi qualche post fa, io non sono masochista , il dolore di per se non mi provoca piacere, a me piace che sia lui, e solo lui, a darmene.
A me piace che lui disponga del mio corpo come meglio crede.
Legarmi, frustarmi, accarezzarmi, usarmi.
E scoparmi se vuole, con dolcezza, con foga, con violenza, con indifferenza.
Solo lui e nessun'altro può permettersi di usarmi come un oggetto, ma può permetterselo per un motivo ben valido, è arrivato dove nessun'altro era arrivato prima: la mia anima.
E gli è bastato guardarmi negli occhi
"...I tuoi occhi urlano, chiedono tutto cio di cui hai bisogno!"
Grazie a lui sto valicando limiti che per me prima erano insormontabili e sto acquistando femminilità e autostima, sto imparando quanto posso essere forte.
Capirete che io non ho nessun'altro modo per ringraziarlo se non donandogli tutta me stessa e lasciare che lui mi usi a suo piacimento, che è anche il mio.
Oggi un mio amico mi ha chiesto se dopo che ho provato il BDSM il sesso vanilla mi soddisfaceva, la risposta è:poco o niente.
Sentirmi usata da lui, mi appaga, sentire che il mio dolore è causa della sua eccitazione mi manda in estasi.
Il dolore è un amplificatore di tutte le altre emozioni, il dolore ti permette di apprezzare di più il piacere, credo che sia per questo che si pratichi sadomasochismo.
Ora come posso io godere di una coccola o di una semplice penetrazione dopo che ho avuto tutto questo vortice di emozioni?(parlo di sesso senza implicazioni sentimentali, che è il più diffuso)
E' difficile.
Quando lui mi scopa, non usa solo il cazzo.
Quando io mi faccio scopare, non uso solo la figa.
Il cazzo e la figa sono solo mezzi per arrivare a sottomettere me,  esaltare lui e completare noi.

Mi hanno anche chiesto che tipo di rapporto si instaura con un padrone.
Parlo per me e il mio padrone, noi non abbiamo nessun vincolo sentimentale, ognuno ha le proprie vite.
Io cerco di essere il più discreta possibile, non sono una che assilla con telefonate e messaggini, lo stesso lui.
Se è possibile ci si sente sopratutto su internet.
Ci sono stati momenti ultimamente in cui, per forze maggiori, non ci siamo sentiti per giorni interi.
In quei giorni  mi mettevo in un angolino in attesa di un suo cenno.
L'ho odiato, si, tanto e glielo ho fatto capire.
Lui da parte sua mi ha fatto capire di essere stata una capricciosa egoista, ed è bastato sentire di nuovo il suo fiato sul collo a dissipare qualsiasi dubbio.
La verità è che io devo essere paziente.
Mettermi in un angolino e attendere, poichè quando poi ci incontriamo quello che si crea vale tutta la pena di questo mondo.
Nessun uomo mi ha mai fatto sentire più importante, durante i nostri giochi lui è dedicato completamente a me e il mio piacere.
Io sono la sua schiava, e mi tratta da regina.
Io dico di amarlo, ma solo perchè non conosco un verbo più assoluto di quello.
L'amore non ha nulla a che vedere con noi, l'amore è subdolo, ti porta a mentire e fare giochetti per conquistare l'altro, quello che c'è tra noi è puro, nessuna menzogna, nessun pudore solo piacere.
E poi la verità è che se ho bisogno di lui, mi basta fargli uno squillo e lui è subito  disponibile per me.
:)

Come sempre ribadisco quello che dico non sono verità assolute, io parlo per mia modestissima esperienza personale, credo che ogni relazione sia un universo a parte con proprie emozioni e necessità.

Non ho voluto rivangare i concetti di appartenenza e resistenza al dolore poichè credo di averne parlato a sufficienza nei post precedenti, mai vorrei rischiare di diventare noiosa e ripetitiva!

Essendo che ho invitato questi miei amici "vanilloni" a leggere questo mio blog, ho attivato i commenti a questo post, invito quindi a rispondere loro e chiunque voglia dire la sua a riguardo.

Io andrò a prendermi un gelato nel frattempo, fragola e cioccolato ovviamente, per me niente vaniglia!

giovedì 28 aprile 2011

Je dis ancore, ancore, ancore...

 Il mio padrone su di me usa il cavo elettrico.
Lo usa perchè mi rispetta, perchè sono una schiava animalista e non voglio cuoio o crine su di me.
Il cavo elettrico fa malissimo, l'ho sempre sopportato pochissimo, ma oggi mi sono scioccata nel sentirmi dire quella parolina che mai avrei immaginato di dire, eh si, mentre lo usava sulla mia schiena, quando poi si è fermato io ho detto:
-Ancora, ti prego-
Lo giuro!
Non credevo alle mie orecchie, ma sopratutto alla mia volontà.
Lo volevo davvero e lui ha continuato.
Senza contare il fatto che (per quanto lui lo possa negare) oggi era particolarmente ispirato e anche sul sedere mi ha lasciato un bel ricordo, l'ho notato quando a casa mi sono spogliata e i pantaloni mi sono rimasti attaccati a una natica, la mia prima goccia di sangue!
Sinceramente non credo che sia stata una cosa voluta, ma io ne sono stata così felice...
E' questa nostra volontà che i vanilla chiamano "depravazione"?
E' questo che ci definisce dei deviati?
Io voglio i suoi segni su di me, voglio una prova tangibile della sua esistenza, a me non basta la fede.
Guardarmi allo specchio nuda e scoprire lividi e segni fatti da lui mi commuove.
Ne ho uno anche sul collo.
Quello è prezioso.
Lo guarderò e lo accarezzerò ogni giorno con un po' di tristezza,  finché lentamente sparirà.

martedì 26 aprile 2011

Appartenenza e soggettività

Cosa è l'appartenenza?
Che la cosa sia soggettiva è ovvio, ma credo che troppe sfumature e troppi concetti si nascondano dietro il termine "soggettivo".
Io odio il termine"Soggettivo" troppo da paraculo (chiedo scusa per il francesismo).
Credo che dei canoni per l'appartenenza ci debbano essere, credo che qualcuno debba prendersi questa responsabilità e provare a definire questa parolina che tanto è inflazionata nella nostra cultura BDSM e il mio ridurre l'appartenenza a una "parolina" non vuole essere una provocazione ma una presa di coscienza.
Ora, io non sono nessuno per prendermi tale briga, il 28 Aprile compirò due mesi come Principazza, non ho assolutamente l'esperienza ne la presunzione di stabilire io cosa sia l'appartenenza, ma voglio provare a capire e a ragionare su questo concetto.
Partendo dalla base, credo che incontrerò il benestare di tutti nel dire che l'appartenenza si compone da un minimo di due individui, passivo e attivo, ovvero "mi appartieni-ti appartengo".
Io non posso credere nell'appartenenza a senso unico, non esiste, non è appartenenza, ma illusione.
Si può dire di appartenere se dall'altra parte non c'è un feed back?
Io posso anche struggermi per te, ma se poi tu non dai adito di apprezzare i miei sforzi chi me lo fa fare?
Per quel che mi riguarda uno schiavo è come un cagnolino, ha bisogno di attenzioni ogni tanto, una carezza sulla testa o un bocconcino prelibato quando da soddisfazione al padrone, ma lo stesso vale anche per la parte attiva un padrone non può dire "sei mia" a nessuna che prima non  gli abbia detto "ti appartengo".
Poi,andando avanti, chiedo scusa, ma io tutto quello che di mezzo c'è lo schermo di un pc, beh, lo considero poco reale, come puoi dire di appartenere a una persona della quale non conosci neanche l'odore?non mi si venga a parlare di dominazione celebrale, col mio padrone ho chattato diverse volte prima di incontrarlo e solo quando ho potuto sentirne il fiato sul collo mi sono sentita completamente sua, anima e
corpo.
Io voglio essere guidata dalla sua voce, e accarezzata dalle sue mani, non dalle parole grigie di una chat.
Perchè per quanto possa essere divertente e stuzzicante obbedire a eventuali ordini, credo che fra il mettersi da soli le mollette su un un capezzolo, e farsele mettere dal proprio padrone la differenza sia sostanziale!

Ecco qui concludo, questa mia non vuole essere una verità assoluta, ne tantomeno una provocazione, ma  ricordando una frase che mi scrisse PeV:
 "mi permetto di scriverlo perchè questa è la mia parte del cielo"!

Forse qualcuno si sarà reso conto che io ho scritto solo quello che per me non è l'appartenenza, effettivamente è vero definire il concetto di appartenenza è più difficile di quel che sembra, ma intanto direi che ho fatto una bella scrematura no?

Poi vabbè dai, è tutto soggettivo!

domenica 24 aprile 2011

Di sevizie e altre delizie

Io non sono mai stata masochista.
Vuoi darmi un pizzicotto?
Io comincio a urlare dal dolore dall'attimo stesso in cui pensi di volermelo dare.
Ho reso l'idea?
Bene, da qui comincia la mia discussione e il motivo di questo mio blog: pubblicizzare ogni mio progresso e ogni limite che riesco a oltrepassare, ma è un discorso diverso per il dolore.
Il dolore è un mio limite, un limite che non credo di poter oltrepassare, perchè per quanto tu possa diventarne resistente, ci sarà sempre un dolore maggiore, una frustata più forte, una sculacciata più potente o una mano più pesante sul viso.
Qui entra in gioco la dominazione mentale, ma non da parte del mio padrone, ma da parte di me stessa.
Ho metabolizzato un modo tutto mio per accettare e desiderare il dolore.
E' un discorso contorto, spero risulterà abbastanza chiaro e condivisibile:
Il dolore, fisicamente, interviene quando qualcosa colpisce il tuo corpo creando il cosi detto"trauma".
Dopo per sfogo, arriva il grido o il pianto o la tensione muscolare o che altro ne so, è fisica l'energia del dolore deve uscire da qualche parte.
Ecco, io ho trovato il modo per rendere il dolore stesso lo sfogo fisico.
Ho trovato il modo di rendere il dolore piacevole e desiderabile, poichè concentro tutta la mia energia e adrenalina in quell'attimo in cui sento le sue mani alzarsi, pronte a colpirmi, e l'attimo in cui mi colpisce(ecco manco il tempo di scriverlo che ho un lago nelle mutandine).
In parole povere, me la faccio talmente tanto sotto mentre aspetto il colpo, che quando arriva diventa una liberazione.
Una liberazione.
Certo, urlo e mi dimeno, cazzo fa male, ma è una sensazione così travolgente che mi ritrovo a desiderarne ancora e ancora!
Da qui, trasformo ogni sevizia in una delizia.
Da qui nasce il mio desiderio di essere sotto le grinfie del mio padrone nonostante il mio non essere masochista, anche perché lui sa quanto spingersi oltre, tante volte sento che trattiene il colpo poiché capisce questo mio limite.
Lui sa che io sono un fascio di nervi scoperti fra le sue mani, e che deve manipolarmi con cura.
Sa che non sono masochista, ma sa che mi fido completamente di lui e che non metterò mai paletti a tutto quello che lui vorrà fare del mio corpo.
Grazie a lui sono arrivata a questa mia dominazione del dolore, in quanti possono dire di essere arrivati a conoscersi così a fondo da poter gestire il dolore?
I nostri giochi sono incentrati su questo mio percorso e ne sarò sempre grata.

E poi vabbè, c'è pure il sesso , ma questa è un altra storia e un altro post!

venerdì 22 aprile 2011

Il pregio della stupidità

La stupidità è una virtù.
La stupidità ti permette di vivere tranquillamente lasciando scorrere il resto del mondo intorno a te.
Tante volte mi convinco di essere stupida, tantissime.
Ma purtroppo non lo sono.
E' un grossa banalità questa mia, me ne rendo conto, queste sono cose macinate e risapute, che gli stupidi vivano meglio, intendo.
Ma lasciate che oggi vi inondi li luoghi comuni, oggi, voglio essere stupida.
Voglio vivere meglio.
Voglio non arrivare a certe conclusioni, voglio che la mia innata perspicacia vada in vacanza.
Voglio lasciarmi travolgere dagli eventi e, quando accadrà, poter dire:
-cazzo! e chi se lo aspettava?!-
anzi che percepire tutto prima e proteggermi, voglio farmi male, che schiava sarei altrimenti?
Perchè quando sono gli eventi a travolgerti, e non tu a andargli incontro, dopo l'unica cosa che puoi fare è lasciarti trasportare, poichè quando una cosa è accaduta...è accaduta e basta, non c'è più molto da fare!
Se invece tu gli vai incontro(come faccio io di solito) beh, li hai diverse cose da valutare, ma la più importante è:
Quanto ne vale la pena?
Si, perchè andare incontro a un evento vuol dire che tu hai gia valutato come potrebbe andare a finire, a quel punto sta a te capire se il gioco vale la candela, soppesare le tue priorità e agire per modificare oppure no.
Bene, per quanto paradossale questo è quello che ho appena fatto.
E per oggi, ho scelto di essere stupida.


giovedì 21 aprile 2011

La terribile indiscutibilità dei complimenti

Questa sera ho avuto il piacere di fare una bella chiacchierata con Kolkov, una persona interessante, che sto scoprendo in questo ultimo periodo con la quale è facile parlare senza troppi preamboli e formalità e dalla quale mi è venuto lo spunto per i miei pensieri di questa notte, di seguito un pezzo della nostra conversazione:

".....
<principazza> sono come sono??
<principazza> che vuol dire?
 <Kolkov> certo.... colta, carina, con un forte appeal...
 <principazza> oddio, grazie ma credo mi sopravvaluti!
 <Kolkov> ed una personalità magnetica
 <Kolkov> no ragazza.... alla mia veneranda età, so leggere tra le righe....
 <Kolkov> comunque come ti considero io, sono cose mie che nessuno può sindacare....ok?
 <principazza> beh allora grazie e scusa ma non so mai come reagire ai complimenti
 <Kolkov> accettali e basta..."

Ecco, oggi grazie a Kolkov ho scoperto un mio nuovo limite: non so accettare i complimenti.
E ragionandoci e pensandoci ben bene, non ne sono mai stata in grado anche quando ne ero meritevole.
E perchè?
Perchè sono un insicura, perchè penso sempre che mi stiano prendendo in giro, perchè penso sempre che ci sia qualcosa sotto, ma sopratutto perchè,come spiegavo a lui, i complimenti a differenza delle critiche, sono indiscutibili.
Non puoi rifiutare e controbattere un complimento, poiché essendo appunto un moto di benevolenza nei tuoi confronti sarebbe come darti la zappa sui piedi.
Puoi fare la modesta e ringraziare con imbarazzo, ma non puoi ricacciare indietro un complimento!
E a sto punto della conversazione giustamente Kolkov mi dice:
"ma tu ragioni sempre sulla difensiva allora, preferisci le critiche ai complimenti perchè le critiche sei legittimata a confutarle, mentre invece coi complimenti puoi solo alzare le mani e accettarli"
Aiuto!
Esatto è proprio così!
Giuro che io quasi mi arrabbio quando mi fanno complimenti!
Mi imbarazzo tantissimo rispondo stizzita, e sudo freddo.
Preferisco la difesa alla passività.
Accettare un complimento per me equivale a accettare che quella persona abbia un' opinione definitiva su di me,accettare che qualcuno pretenda di conoscermi così bene da fare affermazioni assolute sulla mia persona e questo a me non piace.
O per lo meno, non mi piaceva fino adesso, perchè adesso ci sei tu e esci da tutti questi schemi sopracitati.
Da te i complimenti li cerco lo voglio li chiedo.
Mi arruffiano come una gatta, ti giro intorno in cerca di attenzioni.
Faccio qualsiasi cosa  perchè tu abbia sempre la migliore impressione di me, della mia devozione.
Te lo chiedo sempre:
Sono stata brava ?
Ti ho soddisfatto?
Sei fiero di me?
E poi...
Ma tu...lo senti quanto ti appartengo?eh?
Infatti...
Dimmi, mon Maitre, lo senti?






mercoledì 20 aprile 2011

Ora e Sempre

Io ricordo la prima volta in cui ho subito una dominazione.
Avevo 13 anni e stavamo tornando in classe dopo l'ora di educazione fisica quando a un tratto M.P., un mio compagno di classe, mi prende con forza e mi sbatte contro il muro, poi mi prende i polsi anche quelli bloccati contro il muro e mi bacia.
Un bacio brutto, pieno di lingua e di bava fino al mento, i suoi denti battevano contro le mie gengive, ansimava come un ossesso e più mi baciava e più  stringeva forte i miei polsi e più la sua lingua si muoveva dentro e fuori la mia bocca.
Quando poi finalmente si ferma.
Si ferma, ma continua a ansimare, sentivo il suo fiato dentro la mia bocca come un vento caldo.
Si ferma e mi fissa negli occhi, M.P. non mi piaceva,aveva quasi 16 anni  e ci provava con me dall'inizio della 3°media ma io lo avevo sempre rifiutato perchè era brutto volgare e le sue orecchie erano pelose, eppure in quell'istante in cui si è fermato ho desiderato che ficcasse una mano in mezzo alle mie cosce con la stessa forza con cui mi stringeva i polsi.
Invece si ferma, si stacca da me e ridendo mi dice "sapevo che ti sarebbe piaciuto" e se ne va.
Si mi era piaciuto, mi era piaciuto sentirmi inerme, perdere il controllo per quei 30 secondi, non potere reagire perché fisicamente impossibilitata dal suo corpo addosso al mio.
Questa a memoria è stata la mia prima dominazione.
Questo è stato il momento in cui ho cominciato a sentire l'animale dentro la pancia.
Io quella cosa li...quella voglia di svuotarmi il cervello, di lasciarmi completamente andare nelle mani di qualcun altro ce l'ho da sempre.
Un pò tutte le donne ce l'hanno, credo.
E si possono fare tutte le lotte dei sessi che ci pare, anche la femminista più incallita lo desidera prima o poi.
Essere totalmente in balia di qualcun altro, la completa deresponsabilizzazione della tua vita e delle tue azioni.
Tutte noi prima o poi desideriamo di essere bloccate contro un muro.
Così una decina di anni fa navigando in internet notai una bellissima foto di una donna  che ai piedi di un uomo  lo guardava con un adorazione celestiale.
Ho cliccato sull'immagine e davanti ai miei occhi si è aperto il primo sito per BDSMers che io abbia mai visitato.
E' stata una rivelazione, vedere centinaia di persone che condividevano il mio identico pensiero, donne che avevano i miei stessi desideri e altrettanti uomini che li completavano.
O così almeno sembrava.
Mi hanno contattata in tanti, tantissimi, tutti masteroni pronti a sculacciarmi, frustarmi, seviziarmi.
Alla mia domanda "tu cosa fai? cosa ti piace di più?" rispondevano con una serie di torture e punizioni corporali da far impallidire Torquemada, ma non era quello che cercavo.
Finchè dopo 10 anni di ricerche vane sei arrivato tu.
Tu, il primo che mi ha parlato di dominazione celebrale, il primo che ha capito le mie necessità al primo incontro solo guardandomi negli occhi.
Tu che dal primo incontro hai saputo arrivare alla mia anima attraverso la mia figa.
Tu che meriti tutta la mia adorazione per la donna che mi stai insegnando a essere.
La mia anima ti appartiene, ora esempre.

martedì 19 aprile 2011

Il Diavolo(Intrepido) In me

Oggi sono una lupa in calore,
anzi una cagnetta, una cagnetta in calore(come tu mi vuoi), oramai avrai capito che gli ormoni mi fanno questo effetto!
E allora?
E allora oggi mi sognavo il tuo cazzo, caro il mio Diavolo Intrepido,lo sognavo dritto in gola, sogno che godi caldo fra le labbra rosse (rosso puttana), in ginocchio ai tuoi piedi.
E pensa, sono così allupata che, si, ingoierei, ingoierei di gusto, te lo succhierei via dalle palle, lo divorerei con voracità.
Si si, lo so cosa stai pensando, e avevi ragione, i limiti si oltrepassano, i vetri si assottigliano, ma io so che solo con la tua mano sul mio capo, sempre,riuscirò ad andare oltre.
Ma dimmi, te lo ricordi?
"No, io non ci sto bene, le autoreggenti te le scordi!"
"Tacchi?Ma mi ci vedi? ma dai sarei ridicola!!"
"Naaa dai il rossetto non fa per me, ci vogliono le labbra adatte che io non ho!"
"No senti ingoiare davvero quello no!sto male davvero vomito!"
E adesso, non vedo l'ora di essere in ginocchio ai tuoi piedi, con le autoreggenti, i tacchi più alti che posso, con le labbra rosso fuoco spalancate pronte a accogliere goccia a goccia tutto quello che vorrai donarmi!
Ah!
Aspetta!mi sono dimenticata la più bella!

"Non chiedermi mai più di dividere le mie emozioni e sensazioni con nessuno!MAI PIU'!!"

Dì,te la ricordavi questa?
Mon Maitre, ma che schiava incoerente che hai!

lunedì 18 aprile 2011

Come Tu mi vuoi

E' dura, cristo se è dura!
Essere come Tu mi vuoi è una prova non indifferente per me, per la ragazza cicciottella che a malapena si trucca per andare a un matrimonio, che indossa solo slip in lycra e che il massimo del sex appeal lo dimostra quando canta sotto la doccia!
Ma ora sono qui, e l'unico pensiero che ho per la testa è:
voglio essere bellissima! voglio essere come Tu mi vuoi!
E quindi?
Quindi sono le 23 e 43 e mi ritrovo a  zompettare per la stanza con autoreggenti e sandali argentati vertiginosi che sbriluccicano a ogni passo, come sbriluccicano pure gli occhi miei, ma sono solo lacrime di dolore!
Però devo essere sincera, mi aspettavo di peggio, anche se mi mancava solo l'ombrellino per sembrare una perfetta equilibrista...mi aspettavo molto peggio!
E poi, poi il rossetto, ma non un rossetto normale, un rossetto rosso, "rosso puttana"
Puttana come Tu mi vuoi.
Autoreggenti, tacchi e rossetto.
Tutte cose che ti avevo detto mi creavano immenso imbarazzo, ma che invece adesso mi ritrovo a volere vestire.
Quindi, autoreggenti, tacchi e rossetto.
E dolore e impegno.
Voglio essere come tu mi vuoi, e non ho voglia di palle e di persone che mi vengano a dire "ma devi farlo per te stessa"  al momento per me stessa a malapena credo valga la pena di respirare, l'autostima  verrà più avanti lo so, ma  ora voglio solo esaudire questo tuo desiderio, voglio essere bellissima per Te.



I risultati poco a poco arriveranno...