lunedì 31 ottobre 2011

Rise Again

La vibrazione si ferma a mezz'aria, molli la presa.
-perchè ti sei fermato?-
ti accasci sul divano, mi guardi e mi accarezzi
-perchè hai un'espressione terrorizzata.-
il lavandino goccia in cucina, scandisce il tempo dei nostri sguardi e dei miei respiri.
-quindi?-
-quindi mi sono fermato-
-ma perchè?!-
ti guardi intorno poco convinto, farfugli qualcosa, ti metti le mani fra i capelli
-perchè ero troppo eccitato, rischiavo di perdere il controllo, rischiavo di fare qualcosa per la quale tu avresti davvero dovuto temere per qualcosa-
-ma io mi fido di te-
sorridi
-io non mi fido di me stesso-
sorrido io e ti spiazzo
-ma io è proprio su quello che faccio affidamento, io voglio che tu perda il controllo-
- non hai idea di quello che stai dicendo-
è una sfida all'ultimo rilancio
-no, tu non hai idea di quello che realmente voglio, non hai ancora capito cosa realmente mi piace-
ecco ora sei perplesso, continuo, ti spiego
-io voglio avere paura, io amo pensare che tu possa realmente ferirmi
-ma che cazzo dici?!-
mi avvicino a carponi verso di te, appoggio la testa sulle tue ginocchia, ti accarezzo le gambe e tu infili le dita fra i miei capelli.
sussurro qualcosa
-eh?-
sussurro di nuovo
-parla più forte, non capisco-

allora alzo la testa, mi allungo verso di te, ho sempre le tue dita fra i capelli
questa volta sussurro nel tuo orecchio

-la verità è che amo pensare che probabilmente potrei non uscirne viva...-

mi fissi negli occhi, serri le labbra, respiri affannosamente e riesco e vedere l'attimo esatto in cui ti si dilatano le pupille.

Finalmente le dita che prima mi accarezzavano i capelli ora  cominciano a stringere.







lunedì 25 luglio 2011

Contrasti

Oggi ho un disperato bisogno di te.
Mi faccio schifo e ho bisogno di te, di qualcuno con cui essere disgustosa, di qualcuno a cui dare il mio peggio.
E non perchè sono in pieno premestruo, ma perchè ultimamente il mio essere pessima è stato messo da parte.
Da parte perchè mi sono presa una cotta e ho fatto l'impossibile per dare il meglio di me, ma ora sono stanca.
Ho bisogno di tirare fuori il peggio di me, Raffaella non trattiene più Principazza.

sabato 2 luglio 2011

Merci Mon Maitre

.

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E finalmente sono stata distrutta, completamente annientata.

.

.

mercoledì 22 giugno 2011

Mandorle

-Assurdo come abbiamo deciso di vivere insieme io e te, neanche ci conosciamo -

Sorrido, mentre ti ascolto apro il frigo: desolazione totale, una settimana intera passata in casa a fare l'amore dormire e ancora a fare l'amore, chi ci pensava a riempire il frigo?
Unico superstite un cartone di latte di mandorle, pieno a metà.
Circa.

Svito il tappo, che fa quel rumore di alette che mi piace e ti rispondo

- probabilmente se ci fossimo conosciuti prima, avremmo deciso di non provarci e ci saremmo persi questa settimana appena passata, sii grato quindi del fatto che non ci conosciamo!-

Appari poco convinto e ti giri per fare il caffè, blaterando della nostra incoscienza, innervosendomi un pò.

Sorridendo comunque  mi scolo quel poco di latte rimasto , ti tiro addosso il cartone vuoto, con delicatezza e decisione, il tanto da farti rivoltare.

Mi guardi stupito e divertito

- E bada che sei fortunato-  ti dico -pensa che quando mi innervosisco tiro tutto quello che ho a portata di mano, occhio a non farmi innervosire mentre affetto la verdura..-

Ridi, ti avvicini e puntandomi un dito sulla punta del naso mi riprendi
- Guarda che con me bisogna avere atteggiamenti carini eh, a me piacciono le ragazze dolci, educate e moderate...-

-caspita, più dolci di me?-  ti bacio - senti? i miei baci profumano di mandorle!-

Ti mordi il labbro inferiore e sorridendo mi scanzi via

-Si!-
  mi dici  voltandoti verso di me
 -come il cianuro!-

...

"...quelle prime notti ti ascoltavo respirare e mi commuovevo del battito del tuo cuore, eri vivo fra le mie braccia..." 

martedì 21 giugno 2011

FATTORE "EX"

Stanotte non avevo pace, avevo tantissimi pensieri per la testa.
Volevo creare, volevo disfare fino a che, alle 3 di notte, mi arriva un messaggino:


-  Auguri... trovo assurdo come dopo tutto questo tempo che non ci vediamo, il pensiero di te mi faccia ancora girare la testa...-


Non avevo il nome registrato sul cell, ma sapevo benissimo chi era, il mio primo amore, quello vero, quello che ancora adesso mi fa soffrire nonostante siano passati 10 anni.
Il perchè degli auguri non voglio dirlo, ma posso dirvi che in un attimo pensando a lui la mia mente si è resettata e ho pensato a come eravamo noi, a come nonostante dieci anni di distanza e diverse storie avute da entrambi ancora non ci siamo lasciati.
E a come l'ho odiato quando ci siamo lasciati, ecco la poesia qui sotto l'ho scritta pochi mesi dopo la nostra separazione.


FATTORE "EX"


immagino
che immagini
di avere fra le dita ancora il mio odore

immagino
che immagini
di avere nella gola ancora il mio fiato

che il mio sapore
intorpidisce ancora la tua lingua

immagino
che immagini
ancora i miei occhi a indovinarti le voglie


l'abbraccio effimero dei miei sensi
scuote ancora le tue notti vergini

immagino
che cerchi ancora invano
di ricordare i miei lineamenti

immagino
che cerchi ancora invano
di espellere il mio corpo dal tuo

ma i miei sensi
simbiotici al tuo organismo
quelli

non li puoi rimuovere

e ancora
la notte

immagino
che immagini
a dita nude

il disegno del mio corpo
accanto al tuo





C'è chi dice che il vero amore si incontra una volta nella vita, ma chi dice che debba durare per sempre?





domenica 19 giugno 2011

Dichiarazione d'amore e intenzioni

-...and every single door, that Ive walked through
brings me back here again...-
                                                        -The chamber of 32 doors-
                                                                                           Genesis

Sono tornata a te strisciando come la peggiore delle vipere mon maitre, ho sbavato dalla bocca dalla figa fino al momento in cui non mi hai riaccolta sotto le tue grinfie.
Io sono pazza di te.
E ora ancora cammino verso di te lasciando alle mie spalle una scia di umori e bava come monito, non ho intenzione di avere più alcun pudore.
Sto scrivendo questo post di oggi con le dita ancora sporche di orgasmo, ogni tanto me le lecco con lo stesso animo con cui ci si lecca le ferite, con rassegnazione e abbandono, sono ancora tua vittima e voglio continuare a esserlo,  mi piace, infilo le dita fino in gola e lentamente le tolgo scavandomi nelle guance, sul palato fino a graffiarmi la lingua.
Si, l'ho fatto mon maitre, e ora merito di essere punita.
Come mi hai punita venerdì.
Venerdì ti ho sentito sai,
L'ho sentito, ho sentito con che mano severa mi frustavi, ma sopratutto, ho sentito come mi scopavi.
Hai capito che ogni tanto per raggiungere il mio cervello devi passare dalla figa, e lo hai fatto fisicamente.
A ogni colpo che ricevevo corrispondeva una scarica elettrica dritta ai miei neuroni.
Farò tutto ciò che è in mio potere per essere sempre trattata come la più lurida delle troie.
Io ho scelto la gabbia, il resto sta a te.

Questa è una dichiarazione di amore e di intenzioni mon maitre!
Cattive intenzioni!

giovedì 16 giugno 2011

Le mani di una bambina

Le suore quell'estate ci portarono un mese in montagna, a Montalto in provincia di Ascoli Piceno, io avevo 6 anni, una fervida immaginazione e il vizio di volermi perdere ovunque.
Mi piaceva perdermi e mi piace tutt'ora.
Quindi arrivate alla colonia estiva delle salesiane, neanche il tempo di sistemare le mie cose nel dormitorio che gia mi aggiravo per lo stabile curiosa e senza freni.
Era e è tutt'ora, una villa del 700, immensa, ricordo ancora la sensazione che ho avuto la prima volta che ho appoggiato la mano al corrimano in marmo delle scale, era all'altezza precisa delle mie spalle, scesi piano piano sentendo il marmo freddo scivolare sotto il palmo e guardando la mia mano che non riusciva a racchiuderne tutto lo spessore, arrivata in fondo alle scale guardai in alto a bocca aperta, non riuscivo a credere quanto grande fosse quell'androne delle scale.
Le suore giravano come formichine in tutta la villa, eravamo circa 50 bambine e fra cucina dormitori refettori e lavanderie  appena arrivate avevano il loro da fare, ma notavo che comunque ero sempre sotto il loro sguardo, non mi perdevano di vista un attimo, questo mi rassicurava da una parte e mi spingeva a osare di più dall'altra.
All'esterno della villa, dietro la cucina c'era una terrazza che si estendeva a perdita d'occhio, piena di lenzuola bianche stese era una giornata di sole pazzesca e il riverbero del bianco mi infastidiva, e allora socchiusi gli occhi e cominciai a correrci in mezzo a braccia aperte sfiorando con la punta delle  dita le lenzuola ancora umide solo il giusto per sentirne il fresco e la ruvidità poi ci appoggiai la fronte per rinfrescarmi e a pieno naso insiprai quell'odore di sapone di marsiglia che mi resi conto poi, col vento a favore, che riusciva a arrivare diretto nei corridoi e nei dormitori, quel profumo è ancora un ricordo lucidissimo di quell'estate.
A sinistra della terrazza c'era la scala che portava al campo d'erba dove avremmo svolto le varie attività ludiche.
La scala era costeggiata da dei fiori, le bocche di leone!
Che erano bocche di leone me lo disse una suora più avanti, ma mentre scendevo le scale li osservavo e sfioravo.
Erano color rosa e avevano una specie di panciotto giallo che usciva fuori come una lingua, con un dito lo toccai e mi sporcai di giallo, era una polverina morbidissima, sembrava borotalco, ne colsi un paio e me li misi nelle tasche dei pantaloncini, avevo le mani sporche di quel borotalco giallo,quando ad un tratto mi resi conto che un codino mi si stava allentando e quasi come riflesso incondizionato misi le mani fra i capelli per stringere l'elastico, solo un attimo dopo realizzai che probabilmente mi stavo impiastrando tutta la testa e , infatti mi fermai, non sapevo cosa fare, poi pensai che tanto il danno era fatto feci spallucce e continuai a stringermi il codino disubbidiente.
Il mio giro continuò per tutto il perimetro della casa, finchè non tornai al punto di partenza e mi riunii alle altre bimbe.
Suor Luigia mi venne incontro sorridendo mi scosse i riccioli impiastrati di giallo, mi chiese come fosse andato il giro di perlustrazione e se ero pronta per pranzare, annuendo le presi la mano e ci dirigemmo verso il refettorio con tutte le altre.
Suor Luigia era altissima, dovevo piegare tutta la testa indietro se volevo guardarla in viso mentre camminavamo, aveva gli occhi grigi e un ciuffo di capelli neri che gli usciva dal velo, credo che al tempo avesse avuto gia una cinquantina di anni, mi chiedevo al tempo e ancora adesso, come una donna così bella avesse potuto prendere la decisione di farsi suora, però allo stesso tempo ne ero felice, Suor Luigia era davvero forte, prendeva in giro insieme a me le altre suore poi  se non mi andava il passato di verdure non me lo dava e bastava solo quest'ultima cosa a renderla un mito ai miei occhi di bambina capricciosa.
Un giorno proprio lei prese in disparte noi piccole (5-8 anni) e ci disse di prepararci che nel pomeriggio saremmo andate in un posto magico misterioso a cercare dei tesori.
Delirio!
Salimmo sul pulmino tutte eccitate e dopo un pò arrivammo al posto misterioso, in cima a una collinetta e in mezzo a una specie di boschetto dove nel mezzo c'era una chiesetta.
-Io sono gia tre anni che vengo qui-   
mi disse Moira una bimba di otto anni  - quella è una chiesa stregata!- continuò
Io non riuscivo a collegare come poteva essere stregata  una chiesa dove dentro c'era Gesù, per me di stregato poteva esserci una casa, non una chiesa!
Tentai di avvicinarmi all'ingresso, ma era chiuso con catene grosse e pesanti, pensai che fosse era stregata davvero e cominciai a scuoterle ma erano legate bene, feci un giro intorno, ma le finestre erano troppo alte e continuai a cercare un buco nei muri  finchè Suor Luigia e Suor Caterina non vennero a prendermi per portarmi dove erano le altre.
Ci misero tutte in cerchio e ci dissero che avremmo fatto una caccia al tesoro, ci divisero in tre gruppi amalgamati in modo che almeno una di noi sapesse leggere e ci diedero una mappa.
Non ricordo cosa e dove dovessimo cercare, ma ricordo che nella ricerca, a terra spesso si trovavano come delle chioccioline di mare, delle conchiglie perlate di varie sfumature andavano dal lilla al blu, ricordo che ne raccolsi a decine, erano piccole come un unghia e quel boschetto ne era pieno.
Alla fine della caccia, il mio gruppo perse disastrosamente perchè la bambina che avrebbe dovuto saper leggere faceva ancora  fatica a leggere il corsivo e le mappe erano tutte scritte a mano dalle suore, fraintendeva la p con la b, un disastro insomma, ma a me non importava perchè io avevo il mio tesoro che portai con orgoglio a Suor Luigia chiedendole come potevano delle conchiglie trovarsi in montagna, lei mi guardò sempre sorridente e mi disse 
-te l'ho detto che vi avrei portate in un luogo magico e misterioso!-
Sorrisi felice e nascosi nel marsupio il mio tesoro.

...

Tre anni fa, tornai a Montalto con il mio ex, abitavamo a Pesaro e spesso andavamo in giro in moto per le marche a passare il week end e  una volta gli chiesi se gli sarebbe andato di farmi fare un tuffo nel passato e portarmi alla colonia delle salesiane.
Quando arrivammo  la suora che ci aprii era un pò scettica nel farci entrare perchè oramai quella non era più una colonia ma solo un luogo di ritiro per suore in là con l'età, le dissi che saremmo stati poco e ci fece entrare.
Subito mi diressi all'esterno, sulla terrazza che 20 anni fa mi sembrava interminabile e la sensazione fu stranissima, tutto era esattamente come mi ricordavo, ma più piccolo, mi diressi alla ringhiera che una volta mi obbligava a mettermi in punta di piedi per poter vedere oltre, in quel momento invece dovevo fare addirittura attenzione a non sporgermi troppo per non cadere.
C'erano ancora i fili di ferro per stendere in buona parte della terrazza, ma erano così arrugginiti, sicuramente erano anni che non veniva steso nulla, sentii un nodo in gola.
A sinistra trovammo la scala che portava al prato, ma a metà di essa era stato posto un cancello con un chiavistello e non vi era più traccia delle bocche di leone, solo erba gramigna e soffioni che perdevano pelucchi nell'aria, altro nodo in gola.
Nel tornare indietro parlando con la suorina che ci aveva aperto poi scoprii che quella che credevamo una chiesa stregata altro non era che una chiesina sconsacrata che veniva usata come magazzino per conservare sedie e tavoli di plastica che servivano una volta all'anno per la festa del paese, ma quando le parlai delle conchiglie sparse per il boschetto non seppe darmi risposta.
Dall'esterno salimmo al secondo piano dove una volta c'erano i nostri domitori, i corridoi non erano più così lunghi e le finestre non erano più così grandi, sorridendo mi affacciai a una di esse, caspita, tutta un'altra prospettiva!
Chiacchierando sempre con la nostra accompagnatrice chiesi se per caso conoscesse Suor Luigia e se potesse mettermi in contatto con lei, mi disse che era li da relativamente poco e le spiaceva ma non poteva essermi di aiuto.
Tornammo all'ingresso, ma per scendere usammo lo scalone principale.
Mi fermai un attimo.
Il corrimano che una volta mi arrivava alle spalle ora era all'altezza giusta del bacino, e mentre scendevo ripercorrevo con la mente la prima volta che lo feci 20 anni prima, il marmo scorreva ancora freddo e liscio sotto il mio palmo e con mia grande sorpresa notai che una cosa da 20 anni a questa parte non era cambiata, la mia mano ancora non riusciva a afferrarlo in tutto il suo spessore.

Sorrisi guardando le mie mani ferme a 20 anni prima.

Guardai un attimo il mio ex che ricambiò il mio sorriso, strinsi un labbro fra i denti, lui mi strinse a se e fra le sue braccia mi sciolsi in lacrime.

Lacrime che a sei anni mai avrei immaginato di versare.




P.S. lo so che avete fermato la musica, ora vi consiglio invece di ascoltare tutto il brano a occhi chiusi e a pensare a una bambina coi riccioli sporchi di borotalco giallo che corre fra lenzuola appena stese...







martedì 14 giugno 2011

La verità

La verità è che quando con le dita frugo nella figa e inondo le lenzuola di umori e amori, l'unico nome che ho stampato sulle labbra è il tuo.
E non te lo meriti.
E io non me lo merito.

Vaffanculo.

mercoledì 8 giugno 2011

Gli occhi e la viola

-Un giorno ti ammazzerò e raccoglierò i tuoi occhi con un cucchiaino da tè-

...

Quanto mi piaceva stare con G.
Maestro di musica, suonava la viola!
Io manco sapevo dell'esistenza della viola fino a quando non ho conosciuto lui.
Diceva che il mio sguardo gli ricordava la drammaticità che ha il suono della viola.
Era fissato, ogni volta che ci incontravamo mi regalava un aforisma apposta per i miei occhi.
Credo non gli interessasse niente altro, era solo drogato dei miei occhi.

Passavamo pomeriggi interminabili insieme, parlavamo ininterrottamente per ore.
Suonava la viola per me, e quando gli chiedevo che brano stesse interpretando mi sgridava dicendo di non interromperlo, che tanto anche se mi avesse detto il compositore ero troppo ignorante per conoscerlo.
Era vero, al suo fianco ero la più stupida delle ignoranti.
Mi faceva sentire piccola piccola, una nullità, amavo quella sensazione.

Era imponente, una personalità immensa, un pugno nello stomaco davvero.
Mi piaceva essergli accanto, mi piaceva il suo sguardo perso e disinteressato mentre gli raccontavo la mia giornata.

Mi è piaciuto anche fargli credere che ero vergine la prima volta che abbiamo scopato, perchè lui la mia verginità se la meritava.
Avrei riacquistato la mia verginità cento volte solo per poterla perdere di nuovo con lui ain altrettante occasioni.
Non è stato lui a chiedermelo se lo fossi o meno, sono stata io a volerglielo dire.

Nudi e con le mie gambe legate dietro la sua schiena, un attimo prima che mi penetrasse gli dissi che ero vergine, glielo dissi perchè lo avrei desiderato davvero, essere vergine per lui.
Lui non fece una piega semplicemente all'orecchio mi sussurrò:
 -preparati allora perchè credo che ti farò molto male-
e mi fece male davvero,non ebbe il minimo rispetto per la mia falsa verginità, non ero più vergine ma una foga simile non l'avevo mai sperimentata.
Piangevo dal dolore per i crampi i morsi e i graffi, ma non gli dissi mai di fermarsi per paura che potesse farlo.
Mi obbligò in diverse posizioni, e in tutte voleva comunque fissarmi negli occhi.
Anche a novanta, mi prese per il collo e mi girò verso se, temevo che sarebbe arrivato a romperlo per come lo torceva, ma sarei morta volentieri pur di compiacerlo, sarei morta coi suoi occhi nei miei.
Alla fine di tutto si accasciò al mio fianco e fissandomi negli occhi mi chiese scusa per la brutalità con cui mi aveva scopata, io no dissi nulla, mi limitai a sorridere e a tirar su col naso.
Con una mano mi asciugò una guancia che era ancora bagnata dalle lacrime e mi disse che erano i miei occhi a renderlo un animale, che erano i miei sguardi a risvegliare in lui una violenza inaudita.
E fu allora che me lo disse, chiudendomi gli occhi:

-Un giorno ti ammazzerò e raccoglierò i tuoi occhi con un cucchiaino da tè-

E riprendemmo a scopare.



lunedì 6 giugno 2011

Libero arbitrio

LIBERO ARBITRIO: Facoltà dell'uomo di decidere delle proprie azioni e della propria volontà  indipendentemente dalla volontà di dio.

Ci sono problemi mon maitre, e anche abbastanza grandi.
Mi hai detto che per questo motivo non eri neanche in grado di sapere quando e come ci saremmo rivisti.
Mi hai detto che potevo  scegliere di lasciarti, di cercare un altro padrone.
Mi hai detto che potevo scegliere anche di aspettarti e vedere se le cose miglioravano col tempo.
Mi hai detto che potevo scegliere.

Ti ho quindi chiesto se volevi per me un altro padrone, se saresti stato felice di sapermi sotto le mani di qualcun altro.
Mi hai detto che non ne saresti stato felice, ma che io avrei potuto scegliere cosa fare perchè capivi le mie esigenze  e non avresti tollerato di rendermi infelice.
Vaffanculo.
Io non voglio la facoltà di scegliere.
Se avessi voluto il libero arbitrio non mi sarei cercata un padrone.
Io non sono ne voglio essere nessuno per scegliere.
La scelta impone delle responsabilità che come schiava ho deciso di non avere.
Come donna scelgo di essere schiava.
Come schiava scelgo di non scegliere.

Ti ho detto che tu sei il mio padrone e che tu devi decidere che fare di me.

Quindi dopo mezz'ora di inutili convenevoli hai preso una decisione.
Mi hai detto di aspettarti.
Mi hai detto che il mio culo appartiene solo a te che che solo tu potevi goderne.
Mi hai dato l'autorizzazione anche a godere da sola e stanotte credo avrò numerosi e bagnatissimi orgasmi fra le mie lenzuola, finalmente!

Mon maitre, so di essere una delle tante.
So che non ho un valore inestimabile.

So che come sono arrivata un giorno me ne andrò senza troppo rumore e avanti la prossima, ma io ci ho messo 10 anni a trovare qualcuno di cui  fidarmi  e tu, di questo, devi tenerne assolutamente conto.

mercoledì 25 maggio 2011

Dell'amore e altre pene

"..vorrei non esserci stata al nostro primo bacio"
                                                                -Jar of  hearts-  C.Perri



Dopo un anno esatto di anaffettività e gelo sentimentale mi ritrovo solo ora a metabolizzare la fine della mia relazione.
Due anni di convivenza portati allo stremo.
Due anni in cui ho creduto e voluto credere che sarebbe stato il padre dei miei figli
Due anni in cui lui me lo ha fatto credere.
Lui mi amava da impazzire, lo so.
So che mi amava mentre mi tradiva, mentre mi mentiva, ancora di più mentre me ne andavo di casa.
Ma purtroppo fra il suo orgoglio e la mia perspicacia tutto si è frantumato come un bicchiere che cade al suolo.
-mi hai mentito!-
-ti chiedo scusa-
-non è abbastanza!-
Ho smesso di amarlo il giorno stesso in cui mi sono resa conto che non lo rispettavo più come uomo.
Ho smesso di rispettarlo il giorno in cui mi ha mentito.

Urla
Crisi isteriche
Schiaffi
Mani al collo

E poi ancora abbracci e dita fra i capelli a tranquillizzarmi


Non ho la presunzione di pensare di non essere mai stata tradita, assolutamente.
E checchè se ne voglia dire, io ho molto rispetto del tradimento, credo che se usato in maniera intelligente possa salvare una relazione.
Noi non lo abbiamo fatto.
Io non l'ho fatto, so benissimo di essere stata io il problema che ha portato alla fine di tutto

Lui ha provato a farsi perdonare, dio solo sa quanto ci ha provato.
Ma io non ne sono capace, non ci riesco è più forte di me.
Io quando amo sono pericolosa, amo a 360 gradi amo totalmente con tutta me stessa.
Quindi penso "cavolo ma con tutto l'amore e il rispetto che ti ho dato come puoi farmi così male".
E svanisce tutto.
L'ho detto, sono pericolosa, non arrivo a pensare che possano esistere altri modi per dimostrare amore, per me quando sono innamorata esiste solo "come amo io".
Sono pericolosa.
All'inizio, quando me ne sono andata di casa mi resi conto che c'era qualcosa che non andava:
Mi mancavano le amicizie, la routine,lavare i piatti, innaffiare le piante...
Per non parlare dei miei cuccioli che  ancora adesso  nonostante sia passato un anno se penso ai miei tre "bambini" ancora mi sciolgo in una valle di lacrime.
Ma lui no.
Ma lui accidenti, non mi è mai mancato.
Perchè?
Perchè sono così?
Cazzo stavo per farci un figlio e possibile che non mi manchi?
Siamo in buoni rapporti, ci sentiamo spesso ho ancora cose a casa sua e lui ancora non mi manca.
E' passato un anno orribile, pieno di ogni tipo di problema per colpa della fine di quella stracazzo di relazione e lui ancora non mi manca!
Lui non mi manca accidenti!
Io non so perdonare e mi spezza il cuore questa cosa perchè non vivrò mai bene.
Lui non è la prima persona che passa dalle stelle alle stalle in un attimo.
Ci sono state amiche che credevo sorelle, adulti che amavo come genitori, amori che credevo indimenticabili.
tutti coloro che amavo e che mi hanno deluso sono rimasti come bambole inermi nella mia memoria.
Tutti giù per terra come se nulla fosse dall'attimo esatto in cui mi hanno deluso.
Col mio ex è stata una storia splendida, dall'inizio fino a che non mi sono resa conto che mi mentiva.
Tante volte gli dicevo "parliamo sento che c'è qualcosa che non va"
Tante volte diceva "scherzi?no tranquilla tutto a posto"
E' stata così bella che non la rifarei dovessi tornare indietro, ricordo i nodi alla gola e il nostro "buttiamoci senza paracadute!" la nostra sintonia, il sesso e la tenerezza.
E' stata così bella da rovinarmi il futuro fino adesso.
Vorrei aver voglia di piangere e chiamarlo per dirgli che mi è mancato.
Vorrei chiamarlo per dirgli che mi sto rendendo conto che la fine della nostra storia mi ha talmente devastata da non riuscire a trovare più il minimo interesse anche solo sessuale verso un uomo, ma lui non mi manca!

Voglio che mi manchi, voglio sentirmi il cuore spezzato.

Quando tutto è successo, addosso ho solo sentito rabbia, quella cosa allo stomaco non l'ho sentita.
La Rabbia la delusione e l' amarezza  non lasciavano spazio abbastanza al mio cuore per spezzarsi.
Sono straziata a pezzi affranta e amareggiata.

Ma quella cosa allo stomaco, ancora, proprio non l'ho sentita.


Cosa c'entra tutto questo col BDSM?
"Il BDSM c'entra sempre!"
                                       (cit. Fraise)

Mi perdonerete se per una volta non ho parlato di sessioni varie e del mio padrone.

domenica 22 maggio 2011

La non schiava

Oggi per l'ennesima volta mi sono sentita dire che ho poco a che fare con l'essere schiava.
Ho sbottato col poverino in questione, a sto giro proprio non ce l'ho fatta a glissare e ho reagito di istinto.
In seguito ho poi chiesto scusa per l'aggressività pensando che comunque poco importa il suo parere quando il mio padrone è più che soddisfatto di me.
Comunque mi ero arrabbiata non tanto per il "tu hai ben poco della schiava" tanto per il fatto che io con questa persona non avevo mai scambiato neanche mezza parola, immagino quindi che si sia fatto un idea di me da come cazzeggio in chat, da come sono goliardica, da come prendo alla leggera la vita virtuale sulle varie community BDSM a cui sono iscritta.
Da qui partono le seghe mentali odierne:
ma quanto è davvero importante la virtualità (non parlo di schiavitù virtuale eh)?
insomma c'è da farci i conti dopotutto no?voglio dire, io ho avuto la possibilità di conoscere il mio padrone grazie a internet, se non gli avessi fatto una buona impressione virtualmente dubito che avrebbe mai avuto interesse nei miei confronti.
Quindi l'apparire virtualmente ha il suo peso.
Peso che io non dò, per diversi motivi:
1) al mio padrone poco importa quanto io sia cazzona in chat, o nei forum quando sà che una volta ai suoi piedi sono la più devota delle schiave.
2) non mi è mai importato troppo apparire, quanto poter poi dimostrare il mio reale valore in diversa sede.
Più di una volta mi hanno detto che io non sono una schiava perchè non dimostro devozione verso il mio padrone.
Insomma per essere riconosciuta anche su internet una buona schiava dovrei limitarmi a scrivere in maiuscolo il termine "Padrone" tutti i pronomi personali a "Lui" rivolti?
Dovrei lasciare trasparire verso tutti la mia adorazione per lui?
Hanno anche giudicato il mio padrone dicendo che mi ha educato male, perchè non porto rispetto verso gli altri dominanti non chiamandoli "signore" non dando del "lei" , dicendo che mi permette anche in chat troppe libertà nei suoi confronti ecc..ecc..
Beh  io sono una persona se vuoi il rispetto da me te lo guadagni, non lo pretendi solo perchè ti reputi un dominante, lascia che sia la schiava a riconoscerti tale, non sei dominante per scelta tua, ma perchè sei riconosciuto tale.
Da qui concludo dicendo questo post non è una giustificazione ma solo una riflessione, io amo mettermi in gioco ma non per forza conformarmi.
Ognuno ha il diritto di vivere e esporsi come meglio crede, io non ho mai giudicato nessuno e mi piacerebbe non esserlo a mia volta.
In chat uso un collare virtuale che ha il mero scopo di farmi divertire di più.
Non sono le parentesi graffe a fare di lui il mio padrone, ma il fiato che mi manca quando sento la sua voce, il piacere che ho nel soddisfare le sue fantasie, il piacere di essere la troia più disinibita per lui.
Ed io sono sua schiava perchè sono trattata come una regina da lui.

Ipse Dixit:
"Solo con una regina al mio fianco posso essere re"

e vorrei anche vedere....   :)

domenica 15 maggio 2011

Il corpo che tradisce

...in quel ramo del lago di Lecco ecco due ovaie intimorire un utero di passaggio :
"Questa doppia non s'ha da fare!!!!"
... 

Eh vabbè, mon maitre, è saltata pure stavolta, che ci vogliamo fare?
E' gia la seconda volta che incontriamo questa coppia di vanilloni con obiettivo potermi fare avere una doppia ma è gia due volte che salta.
La prima volta lui si era intimorito da due frustate che mi aveva visto ricevere da te e non c'è stato pompino che potesse riuscire a farlo drizzare, stavolta invece s'è messo di mezzo il mio zelante orologio biologico, capiamoci si può dire che il mio corpo mi ha "tradito a tradimento" perchè queste ospiti arrivate sabato  a sorpresa erano attese per lunedì
Ma nonostante tutto per me è stato a dir poco illuminante lo stesso.
E' stato bellissimo, tutto, dal primo incontro.
E' stato bellissimo vedere le loro reazioni ai nostri giochi, è stato bellissimo fare la puttana per te, succhiare cazzi, leccare tette e fighe sotto i tuoi occhi.
E' stato poi bellissimo quando hai cercato di spiegare loro il nostro rapporto, il mio essere schiava sopratutto.
Eri così fiero mentre parlavi di me che mi sentivo brillare, ero in ginocchio col seno all'aria e gia qualche frustata ricevuta e mi sentivo brillare come una stella.
Mi piacevano le loro espressioni incredule, mi piaceva che non capissero.
Mi piaceva che tu mi esponessi come un trofeo e mostrassi loro quello che ero disposta a fare per te anche se erano carezze e giochi rispetto al solito, mi piaceva che loro capissero che ero tua e che tu di me potevi fare cio che volevi.
Quindi il gioco è scivolato tranquillamente, ho succhiato il cazzo e sono stata scopata dal tipo sotto i tuoi occhi, quanto mi è piaciuto vederti eccitato mentre facevo la troia per te!
Loro si sono divertiti così tanto che hanno chiesto di rivederci una seconda volta.
Tu la prima volta lei non te l'eri scopata, l'avevi usata per succhiarti il cazzo, le avevi ficcato due dita nella figa, ma non te l'eri scopata perchè a te scopare per scopare non piace, tu godi solo con la tua schiava.
La seconda volta invece si, lo hai fatto te la sei scopata perchè te lo avevo chiesto io:
"mi piacerebbe tanto vederti mentre te la scopi" ti ho detto e tu mi hai detto che se proprio lo desideravo lo avresti fatto per me.
Lo hai fatto e guardandoti mentre te la scopavi io sono letteralmente impazzita.
Scopavi lei e fissavi me, la tua era un espressione di uno che si stava scopando una di quelle fighe di silicone, non te ne fregava un cazzo che lei godesse, te lo si leggeva in faccia, io non ho parole per descrivere la sensazione che avevo mentre ti guardavo, ero a uno stato di eccitazione e fibrillazione che credo di aver raggiunto pochissime volte nella mia vita, eri bello come un dio lo giuro, ricordo solo che ti ho raggiunto, ti ho tirato a me e mentre ancora te la scopavi ti ho baciato, ti ho baciato con tutta la forza che avevo, volevo entrarti dentro con quel bacio, volevo farlo fisicamente, volevo possederti.
Mi sono staccata solo quando non avevo più fiato, solo quello necessario per dirti che ti amavo e che eri bellissimo.
Che era esattamente quello che pensavo in quel momento, ti amavo così tanto che ti avrei ingoiato, avrei voluto assorbirti per portarmi dentro quella sensazione di estasi che avevo per conservarla qui nella mia pancia e non mandarla mai più via.
E quanto eri bello, eri uno spettacolo, non ti avevo mai visto così bello!
Ho maledetto il mio corpo traditore che mi ha impedito di regalarti la stessa eccitazione, ovaie maledette!!
Poi hai goduto,nel preservativo, un orgasmo per niente esaltante, mi hai fatto vedere che avevi goduto e sei andato a lavarti.
Mi sono sentita grata come non mai mon maitre, inutile chiedermi perchè, io non ne ho idea, ma tu molto probabilmente si.
Sesso a parte erano belli anche i momenti di relax, mi piaceva essere in ginocchio davanti a te e lasciarmi accarezzare come un cagnolina sotto i loro sguardi stupiti, baciarti le mani e accarezzarti a mia volta mentre tu ancora cercavi di spiegar loro perchè mi comportavo così; mon maitre, era così divertente!
Penso che queste due esperienze siano servite a accrescere la nostra complicità e il nostro affiatamento, perchè nonostante il frustino sia stato tirato fuori pochissimo, non ho mai sentito il tuo dominio su di me così forte come in questi giorni.

Però mon maitre la prossima volta soli soletti eh!









lunedì 9 maggio 2011

Otherside

isterica Alice 
pupilla instabile scruto 
dal mio specchio 
la tua lingua insinuarsi alla mia soglia 

pellicola a dividere 
le tue dita dal mio senso 

e ancora la notte 
allo specchio mi cerchi 

poichè del mondo inverso 
io 
sono regina



Le cose cambiano meravigliosamente.
Gli eventi mi colgono impreparata e felice.
Prima mi hai detto una cosa che mi ha lasciata disarmata e stranita e mi è venuta in mente questa poesia che scrissi tempo fa, come tutte le altre, era un periodo nero, brutto, e quel che avevo dentro lo riversavo in parole e pensieri che andavano a sottolineare il mio stato di disagio a essere quel che sono e a considerare la mia vera natura.
Ma da quando sto con te, le rivedo con una luce diversa e non posso che amare e accarezzare questa creatura che sono dentro, e vivo il mio "Otherside" con una felicità tale da non volerne mai uscire!
Insomma quelle stesse parole che prima sottolineavano il mio malessere ora esaltano la mia felicità e la mia gratitudine verso di te, che stai rendendo sempre più chiaro e nitido questo riflesso di Alice dall'altra parte dello specchio.

E adesso posso portare a testa alta la corona del mio mondo inverso.





sabato 7 maggio 2011

Histoire d'O...

...mi hai rotto!!
Basta per l'amor di dio!
Sono stanca di sedicenti masteroni che anelano alle mie grazie spedendomi copia-incolla di citazioni tratte da "histoire d'O" trovate su wikiquote!
Stanca non tanto per il tacchinaggio che per l'amor di dio può essere sia lecito che lusinghiero, ma per il fatto che  trovo assurdo come queste persone possano pensare di riuscire a conquistare una gentil schiavetta senza neanche spremere le proprie meningi per trovare argomenti di discussione e conquista.
Anzi, mi correggo, non conquistare una gentil schiavetta, ma QUESTA gentil schiavetta, me medesima, perchè posso capire (anche se non accettare al 100%) che a qualcuna possa piacere il riferimento letterario.
Premetto che non voglio dire che non sia un buon punto da cui trarre ispirazione, ma la quasi totalità dei masteroni che mi hanno mandato citazioni dal film, non ne hanno capito il vero significato.
E neanche io lo capii la prima volta che lo vidi, quando proprio il mio padrone mi ordinò di vederlo.
Avevo appena iniziato questo percorso e ero tutta infregolata, e non nego di avere avuto remore quando poi lo vidi poichè l'unico concetto che mi era rimasto in mente è lo stesso megainflazionato nei copiaincolla che mi arrivano nelle messaggerie quando nego un invito dicendo di appartenere gia al mio padrone, tutti mi rispondono così:
"beh se davvero gli appartieni come dici, lui può anche cederti ad altri padroni, poichè si può cedere solo quello che realmente ci appartiene"
Quindi pensavo, dopo aver visto il film, che lui intendesse farmi capire che se davvero gli appartenevo avrei dovuto accettare di essere ceduta ad altri.
Quando poi il mio padrone mi chiamò e mi chiese cosa avevo capito del film, della storia, gli risposi con la sopracitata citazione e lui mi disse che non avevo capito proprio nulla.
Aveva ragione.
Ho dovuto rivederlo un pochino più avanti per capire il vero significato, la crescita, la crisalide che diventa farfalla, una donna che acquista forza e sicurezza.
Ecco per me il vero significato di quel film che tanto sollazza la fantasia di tutti noi.
Perchè di per se la citazione "si può cedere solo qualcosa che ci appartiene" non fa una piega, è vero.
Ma è vero anche che se tu a quel qualcosa tieni, col cavolo che la dai a qualcun altro, la puoi prestare, ma non certo cedere.
Esempio stupido, io ho tantissimi libri alla quale tengo morbosamente tanto,una collezione della quale vado orgogliosa.
Mi è stato chiesto tante volte di prestarli o regalarli, Quando mi veniva chiesto di prestarli, io li davo,ma  mi curavo del fatto che tutti i libri che prestassi tornassero indietro sani e salvi, mi curavo  che non venissero rovinati e che non vi si piegasse alcuna pagina, poichè amo i libri che sembrano nuovi.
Quando però mi è stato chiesto di cederli,o di regalarli ho detto di no.
No perchè ne sono terribilmente gelosa, i miei libri sono preziosissimi.
Ho risposto loro che potevano leggerli  tranquillamente purchè il libro tornasse a me sano e salvo e in tempi abbastanza brevi.
Insomma per come la vedo io si cede solo qualcosa che riteniamo inutile o superfluo.
Si cede un peso, un oggetto senza importanza.
E io credo di essere abbastanza importante da non essere ceduta.
Anzi, io voglio esserlo, voglio che un giorno il mio padrone arrivi a considerarmi preziosa, come uno dei miei libri.
Con la complicità io posso aprire bocca e gambe a 300 uomini diversi, ma solo con la sicurezza che lui guardi sempre su di me, che si prenda cura del fatto che io torni senza "pagine piegate".
E questa è una sicurezza che lui mi da.

Io so che il percorso che ho iniziato col mio padrone include in forte componente la mia  crescita personale,non solo cazzi e frustate.

Mon Maitre, ti ho ancora detto quanto sono fortunata ad averti?

Come al solito ribadisco che quanto soprascritto è solo il mio pensiero.

Piccolo P.S. perdonate se mi è sfuggito qualche congiuntivo, ma è piuttosto tardino e le mie connessioni celebrali sono un pò provate!


 

venerdì 6 maggio 2011

Segnami

Oggi non so se tu lo hai sentito, ma ero felice.
Vuoi per gli spauracchi svaniti, vuoi che sento che peggio di così comunque non può andare, oggi ero felice.
Solo appoggiandosi al fondo delle proprie paure e insicurezze si può avere la base abbastanza ferma per prendere lo slancio e saltare verso l'alto.
Quando poi ho visto i frustini  in tessuto nuovi di zecca acquistati apposta per me, ecco li ho toccato il cielo con un dito!
Entrati in casa abbiamo iniziato subito, non so perchè ma tu assumi un tono di voce nell'attimo esatto in cui iniziamo che mi fa tremare.
"Iniziamo subito cagnetta.."
Tono fermo, profondo, autoritario e inizio a sentire delle scosse che partono dalla nuca fino a oltre i miei piedi!

Lo senti come tremo ogni volta?
Abbiamo iniziato quindi, ed è stato tutto perfetto, forse  ti ho deluso un pò quando mi hai chiesto di usare la fantasia, sai che non riesco a lasciarmi andare ancora così tanto, ma vedrai che al momento giusto sarai fiero di me!
Mentre vibravi i frustini su di me godevo come una cagna, come al solito alternavi colpi pi secchi a altri che sembravano carezze, per darmi il tempo di metabolizzare e godere del dolore; tanto per me l'importante, lo sai, è che tu mi segni, mi marchi, che scrivi il tuo nome su di me.
Per ovvi motivi non eri al 100% ma nonostante tutto nulla si è intaccato nelle emozioni che mi trasmetti anche solo sfiorandomi.
Sai che non ho bisogno di frustate sculacciate o di dosi massiccie di cazzo per godere, a me basta che mi fissi negli occhi.
Ed è stato bellissimo come mi sfioravi il seno dopo che avevi usato il frustino per farmi notare i segni,sto dominando meglio il dolore, sto diventando bravissima per te, voglio essere perfetta per te:
...
Oggi poi mi sei piaciuto anche perchè hai capito che avevo bisogno di giocare, che non avevo voglia di essere presa troppo sul serio e mi hai dato corda, tanta corda ( anche a fisicamente e amo questi nuovi segni sui polsi.)


Accidenti, mi rendo conto di avere scritto malissimo e non essere neanche riuscita a esprimere quello che realmente volevo dire!
Ma si!
Frega un cavolo a me, oggi sono troppo felice!!


giovedì 5 maggio 2011

Lo Spauracchio

Questo che segue lo scrissi qualche settimana fa, lo posto qui oggi, perchè è arrivato il momento di affrontare il mio spauracchio.
...

12/04/2011

Io ho uno spauracchio sai?
lo catturai tempo fa e lo rinchiusi nel mio armadio dimenticandomene.
Eh?
Si, si me ne sono dimenticata! con gli spauracchi funziona così, lo acchiappi al volo senza che se ne accorge lo chiudi nell'armadio e poi puf!te ne dimentichi, facile no?
Ma la fregatura è che loro non si dimenticano di te, no no mia cara, loro se ne stanno li nell'armadio calmi calmi fino a che, quando meno te lo aspetti, pretendono di uscire!e credo che il mio sia arrivato a sto punto.
Perchè?
Perchè adesso io mi ricordo di lui, perchè adesso lui si fa sentire, eccome se si fa sentire!
 Si si, lo sento che urla, si dimena, vuole uscire dall'armadio....anzi,sta per uscire e io (cazzo) non sono ancora pronta
E' facile ,sai,lo catturi, lo infili nell'armadio e poi te ne dimentichi, è così facile!
Ma ora?
Ora è un bel casino, lo sento sbattere le ante, sbaruffare i miei abiti, mordere le grucce, non c'è niente da fare, lui vuole,lui deve uscire.
Sono subdoli gli spauracchi, non aspettano che tu sia pronta a affrontarli, sono vigliacchi!
E quindi?
E quindi niente tesoro, io sono qui fissa davanti al mio armadio in attesa che riesca a liberarsi che mi travolga.
E poi?
Come e poi?non lo sai il metodo per affrontare gli spauracchi?
il metodo a me lo hanno insegnato, ma è davvero pericoloso, può essere letale!
Vuoi che te lo dica?ma io non l'ho mai fatto e quindi non so dirti se funziona o meno, ma altre persone mi hanno detto che loro è così che hanno ucciso i loro spauracchi.
Può sembrare semplice sai, ma una volta che se li, credo che un pò sotto te la fai, comunque funziona così, cioè io ad esempio, il mio spauracchio lo rinchiusi nell'armadio, ma altri so che lo hanno messo sotto il letto, oppure in un cassetto, ecco io non so dove tu abbia messo il tuo, ma prenderò ad esempio la mia situazione, quindi il metodo è il seguente:
mettersi davanti all'armadio in attesa che lo spauracchio esca, tenere gli occhi chiusi finché non è preciso davanti a te, ma proprio finchè non hai il suo fiato sulle labbra  non percepisci le sue pupille rosse attaccate alle palpebre e il suo naso incollato al tuo...e allora, solo allora, aprire gli occhi!
Eh? ma come tutto qui, non lo sai?
Gli spauracchi muoiono se li fissi negli occhi! e non è così semplice altrimenti anni fa anzi che rinchiuderlo nell'armadio lo avrei gia dovuto fissare negli occhi no?
Eh no cara, è difficilissimo!lo spauracchio va fissato negli occhi dritto nelle pupille solo così lo ucciderai!
E dopo dici? e dopo boh...non so, ma vuoi mettere quanto spazio recuperato nell'armadio?!                                                                                          ...

5/05/2011
Sono seduta davanti al mio armadio, pronta a fissarlo negli occhi e sarà quel che sarà!

lunedì 2 maggio 2011

Ophelia


A fondo 
e ancora piu' giu' 
in punta di dita
nel liquido amniotico 
è ancora 'esistenza 

che il dolore taccia 
io 
sono ancora viva!


Questa la scrissi anni  fa, quando credevo di aver toccato il fondo e cercavo una via di uscita, al tempo non la trovai e rimasi appesa a una forza che credevo di avere ma che ora capisco essere stata solo una consolazione.
Amen.

sabato 30 aprile 2011

No more Vanilla please!

Da Wikipedia:
"I normali rapporti di coppia sono chiamati, con un termine anglosassone, vanilla (vaniglia*, appunto), a significare la minore intensità erotica rispetto ai rapporti BDSM." 
*vaniglia per intendere un sapore blando,senza nulla di particolare

Sono poche le persone a cui ho detto che pratico BDSM e tutte hanno reagito più o meno allo stesso modo:
"se ti piace prenderle, fai bene"
Ora, premetto di essere stata fortunata del fatto che queste persone non abbiano reagito buttandomi addosso acqua santa recitando dei "pater noster", ma è vero anche che non hanno capito.
Cercherò qui, quindi, di dare alcune delucidazioni:
La mia non è una scelta, ma una condizione primordiale;io sono una schiava.
La schiava non è solo chi prende frustate e sculacciate, una schiava è un corpo e un anima.
Un corpo di cui il suo padrone può disporre come meglio crede e un anima che sempre lui  deve essere capace di conquistare per accedere al corpo e essere un corpo inerme nelle mani di qualcuno, non è una cosa facile, ci vuole empatia complicità e immensa fiducia.
Solo qualcuno di veramente forte e determinato può prendersi una tale responsabilità.
Io quel qualcuno l'ho trovato, ci ho messo 10 anni ma l'ho trovato, ho lasciato entrare un Diavolo Intrepido a curiosare nella mia testa per stanare tutte le mie insicurezze e frustrazioni  e affrontarle insieme.
Quindi,ribadisco ancora che a me non piace prenderle e, come dissi qualche post fa, io non sono masochista , il dolore di per se non mi provoca piacere, a me piace che sia lui, e solo lui, a darmene.
A me piace che lui disponga del mio corpo come meglio crede.
Legarmi, frustarmi, accarezzarmi, usarmi.
E scoparmi se vuole, con dolcezza, con foga, con violenza, con indifferenza.
Solo lui e nessun'altro può permettersi di usarmi come un oggetto, ma può permetterselo per un motivo ben valido, è arrivato dove nessun'altro era arrivato prima: la mia anima.
E gli è bastato guardarmi negli occhi
"...I tuoi occhi urlano, chiedono tutto cio di cui hai bisogno!"
Grazie a lui sto valicando limiti che per me prima erano insormontabili e sto acquistando femminilità e autostima, sto imparando quanto posso essere forte.
Capirete che io non ho nessun'altro modo per ringraziarlo se non donandogli tutta me stessa e lasciare che lui mi usi a suo piacimento, che è anche il mio.
Oggi un mio amico mi ha chiesto se dopo che ho provato il BDSM il sesso vanilla mi soddisfaceva, la risposta è:poco o niente.
Sentirmi usata da lui, mi appaga, sentire che il mio dolore è causa della sua eccitazione mi manda in estasi.
Il dolore è un amplificatore di tutte le altre emozioni, il dolore ti permette di apprezzare di più il piacere, credo che sia per questo che si pratichi sadomasochismo.
Ora come posso io godere di una coccola o di una semplice penetrazione dopo che ho avuto tutto questo vortice di emozioni?(parlo di sesso senza implicazioni sentimentali, che è il più diffuso)
E' difficile.
Quando lui mi scopa, non usa solo il cazzo.
Quando io mi faccio scopare, non uso solo la figa.
Il cazzo e la figa sono solo mezzi per arrivare a sottomettere me,  esaltare lui e completare noi.

Mi hanno anche chiesto che tipo di rapporto si instaura con un padrone.
Parlo per me e il mio padrone, noi non abbiamo nessun vincolo sentimentale, ognuno ha le proprie vite.
Io cerco di essere il più discreta possibile, non sono una che assilla con telefonate e messaggini, lo stesso lui.
Se è possibile ci si sente sopratutto su internet.
Ci sono stati momenti ultimamente in cui, per forze maggiori, non ci siamo sentiti per giorni interi.
In quei giorni  mi mettevo in un angolino in attesa di un suo cenno.
L'ho odiato, si, tanto e glielo ho fatto capire.
Lui da parte sua mi ha fatto capire di essere stata una capricciosa egoista, ed è bastato sentire di nuovo il suo fiato sul collo a dissipare qualsiasi dubbio.
La verità è che io devo essere paziente.
Mettermi in un angolino e attendere, poichè quando poi ci incontriamo quello che si crea vale tutta la pena di questo mondo.
Nessun uomo mi ha mai fatto sentire più importante, durante i nostri giochi lui è dedicato completamente a me e il mio piacere.
Io sono la sua schiava, e mi tratta da regina.
Io dico di amarlo, ma solo perchè non conosco un verbo più assoluto di quello.
L'amore non ha nulla a che vedere con noi, l'amore è subdolo, ti porta a mentire e fare giochetti per conquistare l'altro, quello che c'è tra noi è puro, nessuna menzogna, nessun pudore solo piacere.
E poi la verità è che se ho bisogno di lui, mi basta fargli uno squillo e lui è subito  disponibile per me.
:)

Come sempre ribadisco quello che dico non sono verità assolute, io parlo per mia modestissima esperienza personale, credo che ogni relazione sia un universo a parte con proprie emozioni e necessità.

Non ho voluto rivangare i concetti di appartenenza e resistenza al dolore poichè credo di averne parlato a sufficienza nei post precedenti, mai vorrei rischiare di diventare noiosa e ripetitiva!

Essendo che ho invitato questi miei amici "vanilloni" a leggere questo mio blog, ho attivato i commenti a questo post, invito quindi a rispondere loro e chiunque voglia dire la sua a riguardo.

Io andrò a prendermi un gelato nel frattempo, fragola e cioccolato ovviamente, per me niente vaniglia!

giovedì 28 aprile 2011

Je dis ancore, ancore, ancore...

 Il mio padrone su di me usa il cavo elettrico.
Lo usa perchè mi rispetta, perchè sono una schiava animalista e non voglio cuoio o crine su di me.
Il cavo elettrico fa malissimo, l'ho sempre sopportato pochissimo, ma oggi mi sono scioccata nel sentirmi dire quella parolina che mai avrei immaginato di dire, eh si, mentre lo usava sulla mia schiena, quando poi si è fermato io ho detto:
-Ancora, ti prego-
Lo giuro!
Non credevo alle mie orecchie, ma sopratutto alla mia volontà.
Lo volevo davvero e lui ha continuato.
Senza contare il fatto che (per quanto lui lo possa negare) oggi era particolarmente ispirato e anche sul sedere mi ha lasciato un bel ricordo, l'ho notato quando a casa mi sono spogliata e i pantaloni mi sono rimasti attaccati a una natica, la mia prima goccia di sangue!
Sinceramente non credo che sia stata una cosa voluta, ma io ne sono stata così felice...
E' questa nostra volontà che i vanilla chiamano "depravazione"?
E' questo che ci definisce dei deviati?
Io voglio i suoi segni su di me, voglio una prova tangibile della sua esistenza, a me non basta la fede.
Guardarmi allo specchio nuda e scoprire lividi e segni fatti da lui mi commuove.
Ne ho uno anche sul collo.
Quello è prezioso.
Lo guarderò e lo accarezzerò ogni giorno con un po' di tristezza,  finché lentamente sparirà.

martedì 26 aprile 2011

Appartenenza e soggettività

Cosa è l'appartenenza?
Che la cosa sia soggettiva è ovvio, ma credo che troppe sfumature e troppi concetti si nascondano dietro il termine "soggettivo".
Io odio il termine"Soggettivo" troppo da paraculo (chiedo scusa per il francesismo).
Credo che dei canoni per l'appartenenza ci debbano essere, credo che qualcuno debba prendersi questa responsabilità e provare a definire questa parolina che tanto è inflazionata nella nostra cultura BDSM e il mio ridurre l'appartenenza a una "parolina" non vuole essere una provocazione ma una presa di coscienza.
Ora, io non sono nessuno per prendermi tale briga, il 28 Aprile compirò due mesi come Principazza, non ho assolutamente l'esperienza ne la presunzione di stabilire io cosa sia l'appartenenza, ma voglio provare a capire e a ragionare su questo concetto.
Partendo dalla base, credo che incontrerò il benestare di tutti nel dire che l'appartenenza si compone da un minimo di due individui, passivo e attivo, ovvero "mi appartieni-ti appartengo".
Io non posso credere nell'appartenenza a senso unico, non esiste, non è appartenenza, ma illusione.
Si può dire di appartenere se dall'altra parte non c'è un feed back?
Io posso anche struggermi per te, ma se poi tu non dai adito di apprezzare i miei sforzi chi me lo fa fare?
Per quel che mi riguarda uno schiavo è come un cagnolino, ha bisogno di attenzioni ogni tanto, una carezza sulla testa o un bocconcino prelibato quando da soddisfazione al padrone, ma lo stesso vale anche per la parte attiva un padrone non può dire "sei mia" a nessuna che prima non  gli abbia detto "ti appartengo".
Poi,andando avanti, chiedo scusa, ma io tutto quello che di mezzo c'è lo schermo di un pc, beh, lo considero poco reale, come puoi dire di appartenere a una persona della quale non conosci neanche l'odore?non mi si venga a parlare di dominazione celebrale, col mio padrone ho chattato diverse volte prima di incontrarlo e solo quando ho potuto sentirne il fiato sul collo mi sono sentita completamente sua, anima e
corpo.
Io voglio essere guidata dalla sua voce, e accarezzata dalle sue mani, non dalle parole grigie di una chat.
Perchè per quanto possa essere divertente e stuzzicante obbedire a eventuali ordini, credo che fra il mettersi da soli le mollette su un un capezzolo, e farsele mettere dal proprio padrone la differenza sia sostanziale!

Ecco qui concludo, questa mia non vuole essere una verità assoluta, ne tantomeno una provocazione, ma  ricordando una frase che mi scrisse PeV:
 "mi permetto di scriverlo perchè questa è la mia parte del cielo"!

Forse qualcuno si sarà reso conto che io ho scritto solo quello che per me non è l'appartenenza, effettivamente è vero definire il concetto di appartenenza è più difficile di quel che sembra, ma intanto direi che ho fatto una bella scrematura no?

Poi vabbè dai, è tutto soggettivo!

domenica 24 aprile 2011

Di sevizie e altre delizie

Io non sono mai stata masochista.
Vuoi darmi un pizzicotto?
Io comincio a urlare dal dolore dall'attimo stesso in cui pensi di volermelo dare.
Ho reso l'idea?
Bene, da qui comincia la mia discussione e il motivo di questo mio blog: pubblicizzare ogni mio progresso e ogni limite che riesco a oltrepassare, ma è un discorso diverso per il dolore.
Il dolore è un mio limite, un limite che non credo di poter oltrepassare, perchè per quanto tu possa diventarne resistente, ci sarà sempre un dolore maggiore, una frustata più forte, una sculacciata più potente o una mano più pesante sul viso.
Qui entra in gioco la dominazione mentale, ma non da parte del mio padrone, ma da parte di me stessa.
Ho metabolizzato un modo tutto mio per accettare e desiderare il dolore.
E' un discorso contorto, spero risulterà abbastanza chiaro e condivisibile:
Il dolore, fisicamente, interviene quando qualcosa colpisce il tuo corpo creando il cosi detto"trauma".
Dopo per sfogo, arriva il grido o il pianto o la tensione muscolare o che altro ne so, è fisica l'energia del dolore deve uscire da qualche parte.
Ecco, io ho trovato il modo per rendere il dolore stesso lo sfogo fisico.
Ho trovato il modo di rendere il dolore piacevole e desiderabile, poichè concentro tutta la mia energia e adrenalina in quell'attimo in cui sento le sue mani alzarsi, pronte a colpirmi, e l'attimo in cui mi colpisce(ecco manco il tempo di scriverlo che ho un lago nelle mutandine).
In parole povere, me la faccio talmente tanto sotto mentre aspetto il colpo, che quando arriva diventa una liberazione.
Una liberazione.
Certo, urlo e mi dimeno, cazzo fa male, ma è una sensazione così travolgente che mi ritrovo a desiderarne ancora e ancora!
Da qui, trasformo ogni sevizia in una delizia.
Da qui nasce il mio desiderio di essere sotto le grinfie del mio padrone nonostante il mio non essere masochista, anche perché lui sa quanto spingersi oltre, tante volte sento che trattiene il colpo poiché capisce questo mio limite.
Lui sa che io sono un fascio di nervi scoperti fra le sue mani, e che deve manipolarmi con cura.
Sa che non sono masochista, ma sa che mi fido completamente di lui e che non metterò mai paletti a tutto quello che lui vorrà fare del mio corpo.
Grazie a lui sono arrivata a questa mia dominazione del dolore, in quanti possono dire di essere arrivati a conoscersi così a fondo da poter gestire il dolore?
I nostri giochi sono incentrati su questo mio percorso e ne sarò sempre grata.

E poi vabbè, c'è pure il sesso , ma questa è un altra storia e un altro post!

venerdì 22 aprile 2011

Il pregio della stupidità

La stupidità è una virtù.
La stupidità ti permette di vivere tranquillamente lasciando scorrere il resto del mondo intorno a te.
Tante volte mi convinco di essere stupida, tantissime.
Ma purtroppo non lo sono.
E' un grossa banalità questa mia, me ne rendo conto, queste sono cose macinate e risapute, che gli stupidi vivano meglio, intendo.
Ma lasciate che oggi vi inondi li luoghi comuni, oggi, voglio essere stupida.
Voglio vivere meglio.
Voglio non arrivare a certe conclusioni, voglio che la mia innata perspicacia vada in vacanza.
Voglio lasciarmi travolgere dagli eventi e, quando accadrà, poter dire:
-cazzo! e chi se lo aspettava?!-
anzi che percepire tutto prima e proteggermi, voglio farmi male, che schiava sarei altrimenti?
Perchè quando sono gli eventi a travolgerti, e non tu a andargli incontro, dopo l'unica cosa che puoi fare è lasciarti trasportare, poichè quando una cosa è accaduta...è accaduta e basta, non c'è più molto da fare!
Se invece tu gli vai incontro(come faccio io di solito) beh, li hai diverse cose da valutare, ma la più importante è:
Quanto ne vale la pena?
Si, perchè andare incontro a un evento vuol dire che tu hai gia valutato come potrebbe andare a finire, a quel punto sta a te capire se il gioco vale la candela, soppesare le tue priorità e agire per modificare oppure no.
Bene, per quanto paradossale questo è quello che ho appena fatto.
E per oggi, ho scelto di essere stupida.


giovedì 21 aprile 2011

La terribile indiscutibilità dei complimenti

Questa sera ho avuto il piacere di fare una bella chiacchierata con Kolkov, una persona interessante, che sto scoprendo in questo ultimo periodo con la quale è facile parlare senza troppi preamboli e formalità e dalla quale mi è venuto lo spunto per i miei pensieri di questa notte, di seguito un pezzo della nostra conversazione:

".....
<principazza> sono come sono??
<principazza> che vuol dire?
 <Kolkov> certo.... colta, carina, con un forte appeal...
 <principazza> oddio, grazie ma credo mi sopravvaluti!
 <Kolkov> ed una personalità magnetica
 <Kolkov> no ragazza.... alla mia veneranda età, so leggere tra le righe....
 <Kolkov> comunque come ti considero io, sono cose mie che nessuno può sindacare....ok?
 <principazza> beh allora grazie e scusa ma non so mai come reagire ai complimenti
 <Kolkov> accettali e basta..."

Ecco, oggi grazie a Kolkov ho scoperto un mio nuovo limite: non so accettare i complimenti.
E ragionandoci e pensandoci ben bene, non ne sono mai stata in grado anche quando ne ero meritevole.
E perchè?
Perchè sono un insicura, perchè penso sempre che mi stiano prendendo in giro, perchè penso sempre che ci sia qualcosa sotto, ma sopratutto perchè,come spiegavo a lui, i complimenti a differenza delle critiche, sono indiscutibili.
Non puoi rifiutare e controbattere un complimento, poiché essendo appunto un moto di benevolenza nei tuoi confronti sarebbe come darti la zappa sui piedi.
Puoi fare la modesta e ringraziare con imbarazzo, ma non puoi ricacciare indietro un complimento!
E a sto punto della conversazione giustamente Kolkov mi dice:
"ma tu ragioni sempre sulla difensiva allora, preferisci le critiche ai complimenti perchè le critiche sei legittimata a confutarle, mentre invece coi complimenti puoi solo alzare le mani e accettarli"
Aiuto!
Esatto è proprio così!
Giuro che io quasi mi arrabbio quando mi fanno complimenti!
Mi imbarazzo tantissimo rispondo stizzita, e sudo freddo.
Preferisco la difesa alla passività.
Accettare un complimento per me equivale a accettare che quella persona abbia un' opinione definitiva su di me,accettare che qualcuno pretenda di conoscermi così bene da fare affermazioni assolute sulla mia persona e questo a me non piace.
O per lo meno, non mi piaceva fino adesso, perchè adesso ci sei tu e esci da tutti questi schemi sopracitati.
Da te i complimenti li cerco lo voglio li chiedo.
Mi arruffiano come una gatta, ti giro intorno in cerca di attenzioni.
Faccio qualsiasi cosa  perchè tu abbia sempre la migliore impressione di me, della mia devozione.
Te lo chiedo sempre:
Sono stata brava ?
Ti ho soddisfatto?
Sei fiero di me?
E poi...
Ma tu...lo senti quanto ti appartengo?eh?
Infatti...
Dimmi, mon Maitre, lo senti?






mercoledì 20 aprile 2011

Ora e Sempre

Io ricordo la prima volta in cui ho subito una dominazione.
Avevo 13 anni e stavamo tornando in classe dopo l'ora di educazione fisica quando a un tratto M.P., un mio compagno di classe, mi prende con forza e mi sbatte contro il muro, poi mi prende i polsi anche quelli bloccati contro il muro e mi bacia.
Un bacio brutto, pieno di lingua e di bava fino al mento, i suoi denti battevano contro le mie gengive, ansimava come un ossesso e più mi baciava e più  stringeva forte i miei polsi e più la sua lingua si muoveva dentro e fuori la mia bocca.
Quando poi finalmente si ferma.
Si ferma, ma continua a ansimare, sentivo il suo fiato dentro la mia bocca come un vento caldo.
Si ferma e mi fissa negli occhi, M.P. non mi piaceva,aveva quasi 16 anni  e ci provava con me dall'inizio della 3°media ma io lo avevo sempre rifiutato perchè era brutto volgare e le sue orecchie erano pelose, eppure in quell'istante in cui si è fermato ho desiderato che ficcasse una mano in mezzo alle mie cosce con la stessa forza con cui mi stringeva i polsi.
Invece si ferma, si stacca da me e ridendo mi dice "sapevo che ti sarebbe piaciuto" e se ne va.
Si mi era piaciuto, mi era piaciuto sentirmi inerme, perdere il controllo per quei 30 secondi, non potere reagire perché fisicamente impossibilitata dal suo corpo addosso al mio.
Questa a memoria è stata la mia prima dominazione.
Questo è stato il momento in cui ho cominciato a sentire l'animale dentro la pancia.
Io quella cosa li...quella voglia di svuotarmi il cervello, di lasciarmi completamente andare nelle mani di qualcun altro ce l'ho da sempre.
Un pò tutte le donne ce l'hanno, credo.
E si possono fare tutte le lotte dei sessi che ci pare, anche la femminista più incallita lo desidera prima o poi.
Essere totalmente in balia di qualcun altro, la completa deresponsabilizzazione della tua vita e delle tue azioni.
Tutte noi prima o poi desideriamo di essere bloccate contro un muro.
Così una decina di anni fa navigando in internet notai una bellissima foto di una donna  che ai piedi di un uomo  lo guardava con un adorazione celestiale.
Ho cliccato sull'immagine e davanti ai miei occhi si è aperto il primo sito per BDSMers che io abbia mai visitato.
E' stata una rivelazione, vedere centinaia di persone che condividevano il mio identico pensiero, donne che avevano i miei stessi desideri e altrettanti uomini che li completavano.
O così almeno sembrava.
Mi hanno contattata in tanti, tantissimi, tutti masteroni pronti a sculacciarmi, frustarmi, seviziarmi.
Alla mia domanda "tu cosa fai? cosa ti piace di più?" rispondevano con una serie di torture e punizioni corporali da far impallidire Torquemada, ma non era quello che cercavo.
Finchè dopo 10 anni di ricerche vane sei arrivato tu.
Tu, il primo che mi ha parlato di dominazione celebrale, il primo che ha capito le mie necessità al primo incontro solo guardandomi negli occhi.
Tu che dal primo incontro hai saputo arrivare alla mia anima attraverso la mia figa.
Tu che meriti tutta la mia adorazione per la donna che mi stai insegnando a essere.
La mia anima ti appartiene, ora esempre.

martedì 19 aprile 2011

Il Diavolo(Intrepido) In me

Oggi sono una lupa in calore,
anzi una cagnetta, una cagnetta in calore(come tu mi vuoi), oramai avrai capito che gli ormoni mi fanno questo effetto!
E allora?
E allora oggi mi sognavo il tuo cazzo, caro il mio Diavolo Intrepido,lo sognavo dritto in gola, sogno che godi caldo fra le labbra rosse (rosso puttana), in ginocchio ai tuoi piedi.
E pensa, sono così allupata che, si, ingoierei, ingoierei di gusto, te lo succhierei via dalle palle, lo divorerei con voracità.
Si si, lo so cosa stai pensando, e avevi ragione, i limiti si oltrepassano, i vetri si assottigliano, ma io so che solo con la tua mano sul mio capo, sempre,riuscirò ad andare oltre.
Ma dimmi, te lo ricordi?
"No, io non ci sto bene, le autoreggenti te le scordi!"
"Tacchi?Ma mi ci vedi? ma dai sarei ridicola!!"
"Naaa dai il rossetto non fa per me, ci vogliono le labbra adatte che io non ho!"
"No senti ingoiare davvero quello no!sto male davvero vomito!"
E adesso, non vedo l'ora di essere in ginocchio ai tuoi piedi, con le autoreggenti, i tacchi più alti che posso, con le labbra rosso fuoco spalancate pronte a accogliere goccia a goccia tutto quello che vorrai donarmi!
Ah!
Aspetta!mi sono dimenticata la più bella!

"Non chiedermi mai più di dividere le mie emozioni e sensazioni con nessuno!MAI PIU'!!"

Dì,te la ricordavi questa?
Mon Maitre, ma che schiava incoerente che hai!

lunedì 18 aprile 2011

Come Tu mi vuoi

E' dura, cristo se è dura!
Essere come Tu mi vuoi è una prova non indifferente per me, per la ragazza cicciottella che a malapena si trucca per andare a un matrimonio, che indossa solo slip in lycra e che il massimo del sex appeal lo dimostra quando canta sotto la doccia!
Ma ora sono qui, e l'unico pensiero che ho per la testa è:
voglio essere bellissima! voglio essere come Tu mi vuoi!
E quindi?
Quindi sono le 23 e 43 e mi ritrovo a  zompettare per la stanza con autoreggenti e sandali argentati vertiginosi che sbriluccicano a ogni passo, come sbriluccicano pure gli occhi miei, ma sono solo lacrime di dolore!
Però devo essere sincera, mi aspettavo di peggio, anche se mi mancava solo l'ombrellino per sembrare una perfetta equilibrista...mi aspettavo molto peggio!
E poi, poi il rossetto, ma non un rossetto normale, un rossetto rosso, "rosso puttana"
Puttana come Tu mi vuoi.
Autoreggenti, tacchi e rossetto.
Tutte cose che ti avevo detto mi creavano immenso imbarazzo, ma che invece adesso mi ritrovo a volere vestire.
Quindi, autoreggenti, tacchi e rossetto.
E dolore e impegno.
Voglio essere come tu mi vuoi, e non ho voglia di palle e di persone che mi vengano a dire "ma devi farlo per te stessa"  al momento per me stessa a malapena credo valga la pena di respirare, l'autostima  verrà più avanti lo so, ma  ora voglio solo esaudire questo tuo desiderio, voglio essere bellissima per Te.



I risultati poco a poco arriveranno...