giovedì 16 giugno 2011

Le mani di una bambina

Le suore quell'estate ci portarono un mese in montagna, a Montalto in provincia di Ascoli Piceno, io avevo 6 anni, una fervida immaginazione e il vizio di volermi perdere ovunque.
Mi piaceva perdermi e mi piace tutt'ora.
Quindi arrivate alla colonia estiva delle salesiane, neanche il tempo di sistemare le mie cose nel dormitorio che gia mi aggiravo per lo stabile curiosa e senza freni.
Era e è tutt'ora, una villa del 700, immensa, ricordo ancora la sensazione che ho avuto la prima volta che ho appoggiato la mano al corrimano in marmo delle scale, era all'altezza precisa delle mie spalle, scesi piano piano sentendo il marmo freddo scivolare sotto il palmo e guardando la mia mano che non riusciva a racchiuderne tutto lo spessore, arrivata in fondo alle scale guardai in alto a bocca aperta, non riuscivo a credere quanto grande fosse quell'androne delle scale.
Le suore giravano come formichine in tutta la villa, eravamo circa 50 bambine e fra cucina dormitori refettori e lavanderie  appena arrivate avevano il loro da fare, ma notavo che comunque ero sempre sotto il loro sguardo, non mi perdevano di vista un attimo, questo mi rassicurava da una parte e mi spingeva a osare di più dall'altra.
All'esterno della villa, dietro la cucina c'era una terrazza che si estendeva a perdita d'occhio, piena di lenzuola bianche stese era una giornata di sole pazzesca e il riverbero del bianco mi infastidiva, e allora socchiusi gli occhi e cominciai a correrci in mezzo a braccia aperte sfiorando con la punta delle  dita le lenzuola ancora umide solo il giusto per sentirne il fresco e la ruvidità poi ci appoggiai la fronte per rinfrescarmi e a pieno naso insiprai quell'odore di sapone di marsiglia che mi resi conto poi, col vento a favore, che riusciva a arrivare diretto nei corridoi e nei dormitori, quel profumo è ancora un ricordo lucidissimo di quell'estate.
A sinistra della terrazza c'era la scala che portava al campo d'erba dove avremmo svolto le varie attività ludiche.
La scala era costeggiata da dei fiori, le bocche di leone!
Che erano bocche di leone me lo disse una suora più avanti, ma mentre scendevo le scale li osservavo e sfioravo.
Erano color rosa e avevano una specie di panciotto giallo che usciva fuori come una lingua, con un dito lo toccai e mi sporcai di giallo, era una polverina morbidissima, sembrava borotalco, ne colsi un paio e me li misi nelle tasche dei pantaloncini, avevo le mani sporche di quel borotalco giallo,quando ad un tratto mi resi conto che un codino mi si stava allentando e quasi come riflesso incondizionato misi le mani fra i capelli per stringere l'elastico, solo un attimo dopo realizzai che probabilmente mi stavo impiastrando tutta la testa e , infatti mi fermai, non sapevo cosa fare, poi pensai che tanto il danno era fatto feci spallucce e continuai a stringermi il codino disubbidiente.
Il mio giro continuò per tutto il perimetro della casa, finchè non tornai al punto di partenza e mi riunii alle altre bimbe.
Suor Luigia mi venne incontro sorridendo mi scosse i riccioli impiastrati di giallo, mi chiese come fosse andato il giro di perlustrazione e se ero pronta per pranzare, annuendo le presi la mano e ci dirigemmo verso il refettorio con tutte le altre.
Suor Luigia era altissima, dovevo piegare tutta la testa indietro se volevo guardarla in viso mentre camminavamo, aveva gli occhi grigi e un ciuffo di capelli neri che gli usciva dal velo, credo che al tempo avesse avuto gia una cinquantina di anni, mi chiedevo al tempo e ancora adesso, come una donna così bella avesse potuto prendere la decisione di farsi suora, però allo stesso tempo ne ero felice, Suor Luigia era davvero forte, prendeva in giro insieme a me le altre suore poi  se non mi andava il passato di verdure non me lo dava e bastava solo quest'ultima cosa a renderla un mito ai miei occhi di bambina capricciosa.
Un giorno proprio lei prese in disparte noi piccole (5-8 anni) e ci disse di prepararci che nel pomeriggio saremmo andate in un posto magico misterioso a cercare dei tesori.
Delirio!
Salimmo sul pulmino tutte eccitate e dopo un pò arrivammo al posto misterioso, in cima a una collinetta e in mezzo a una specie di boschetto dove nel mezzo c'era una chiesetta.
-Io sono gia tre anni che vengo qui-   
mi disse Moira una bimba di otto anni  - quella è una chiesa stregata!- continuò
Io non riuscivo a collegare come poteva essere stregata  una chiesa dove dentro c'era Gesù, per me di stregato poteva esserci una casa, non una chiesa!
Tentai di avvicinarmi all'ingresso, ma era chiuso con catene grosse e pesanti, pensai che fosse era stregata davvero e cominciai a scuoterle ma erano legate bene, feci un giro intorno, ma le finestre erano troppo alte e continuai a cercare un buco nei muri  finchè Suor Luigia e Suor Caterina non vennero a prendermi per portarmi dove erano le altre.
Ci misero tutte in cerchio e ci dissero che avremmo fatto una caccia al tesoro, ci divisero in tre gruppi amalgamati in modo che almeno una di noi sapesse leggere e ci diedero una mappa.
Non ricordo cosa e dove dovessimo cercare, ma ricordo che nella ricerca, a terra spesso si trovavano come delle chioccioline di mare, delle conchiglie perlate di varie sfumature andavano dal lilla al blu, ricordo che ne raccolsi a decine, erano piccole come un unghia e quel boschetto ne era pieno.
Alla fine della caccia, il mio gruppo perse disastrosamente perchè la bambina che avrebbe dovuto saper leggere faceva ancora  fatica a leggere il corsivo e le mappe erano tutte scritte a mano dalle suore, fraintendeva la p con la b, un disastro insomma, ma a me non importava perchè io avevo il mio tesoro che portai con orgoglio a Suor Luigia chiedendole come potevano delle conchiglie trovarsi in montagna, lei mi guardò sempre sorridente e mi disse 
-te l'ho detto che vi avrei portate in un luogo magico e misterioso!-
Sorrisi felice e nascosi nel marsupio il mio tesoro.

...

Tre anni fa, tornai a Montalto con il mio ex, abitavamo a Pesaro e spesso andavamo in giro in moto per le marche a passare il week end e  una volta gli chiesi se gli sarebbe andato di farmi fare un tuffo nel passato e portarmi alla colonia delle salesiane.
Quando arrivammo  la suora che ci aprii era un pò scettica nel farci entrare perchè oramai quella non era più una colonia ma solo un luogo di ritiro per suore in là con l'età, le dissi che saremmo stati poco e ci fece entrare.
Subito mi diressi all'esterno, sulla terrazza che 20 anni fa mi sembrava interminabile e la sensazione fu stranissima, tutto era esattamente come mi ricordavo, ma più piccolo, mi diressi alla ringhiera che una volta mi obbligava a mettermi in punta di piedi per poter vedere oltre, in quel momento invece dovevo fare addirittura attenzione a non sporgermi troppo per non cadere.
C'erano ancora i fili di ferro per stendere in buona parte della terrazza, ma erano così arrugginiti, sicuramente erano anni che non veniva steso nulla, sentii un nodo in gola.
A sinistra trovammo la scala che portava al prato, ma a metà di essa era stato posto un cancello con un chiavistello e non vi era più traccia delle bocche di leone, solo erba gramigna e soffioni che perdevano pelucchi nell'aria, altro nodo in gola.
Nel tornare indietro parlando con la suorina che ci aveva aperto poi scoprii che quella che credevamo una chiesa stregata altro non era che una chiesina sconsacrata che veniva usata come magazzino per conservare sedie e tavoli di plastica che servivano una volta all'anno per la festa del paese, ma quando le parlai delle conchiglie sparse per il boschetto non seppe darmi risposta.
Dall'esterno salimmo al secondo piano dove una volta c'erano i nostri domitori, i corridoi non erano più così lunghi e le finestre non erano più così grandi, sorridendo mi affacciai a una di esse, caspita, tutta un'altra prospettiva!
Chiacchierando sempre con la nostra accompagnatrice chiesi se per caso conoscesse Suor Luigia e se potesse mettermi in contatto con lei, mi disse che era li da relativamente poco e le spiaceva ma non poteva essermi di aiuto.
Tornammo all'ingresso, ma per scendere usammo lo scalone principale.
Mi fermai un attimo.
Il corrimano che una volta mi arrivava alle spalle ora era all'altezza giusta del bacino, e mentre scendevo ripercorrevo con la mente la prima volta che lo feci 20 anni prima, il marmo scorreva ancora freddo e liscio sotto il mio palmo e con mia grande sorpresa notai che una cosa da 20 anni a questa parte non era cambiata, la mia mano ancora non riusciva a afferrarlo in tutto il suo spessore.

Sorrisi guardando le mie mani ferme a 20 anni prima.

Guardai un attimo il mio ex che ricambiò il mio sorriso, strinsi un labbro fra i denti, lui mi strinse a se e fra le sue braccia mi sciolsi in lacrime.

Lacrime che a sei anni mai avrei immaginato di versare.




P.S. lo so che avete fermato la musica, ora vi consiglio invece di ascoltare tutto il brano a occhi chiusi e a pensare a una bambina coi riccioli sporchi di borotalco giallo che corre fra lenzuola appena stese...







3 commenti:

Rochester ha detto...

Chiamale se vuoi...Emozioni.......

Un bacio cucciola.:-*

Flor ha detto...

che bello mihai commossa

sono angelkika

Fraise ha detto...

Mi sto ascigando le lacrime :) Dolcissimo :))

Posta un commento